Quando Roberto Fico parlò con i magistrati di Rosa Capuozzo

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-01-17

I contenuti del verbale del deputato convocato da Woodcock sull’affare di Quarto pubblicati dal Fatto Quotidiano. «La Capuozzo non mi ha mai parlato in modo espresso e diretto delle minacce e della bagarre con De Robbio»

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Ieri Roberto Fico in un lungo messaggio su Facebook pubblicato in serata ha detto di nuovo di non aver saputo nulla dei ricatti di Giovanni De Robbio a Rosa Capuozzo e ha aggiunto un particolare importante e inedito:

Il pomeriggio dell’8 gennaio sono stato sentito a Napoli dal pm semplicemente come persona informata dei fatti. Per evidenti ragioni di riservatezza, visto che ci sono delle indagini in corso, non divulgo i contenuti. Tuttavia si tratta di elementi già noti.

Quando Roberto Fico parlò con i magistrati di Rosa Capuozzo

Oggi il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Vincenzo Iurillo, che per primo aveva parlato dell’indagine di Woodcock su De Robbio e della Capuozzo, riporta il verbale di Roberto Fico davanti ai magistrati. In esso si evince che Fico viene informato delle parole della Capuozzo dette ai magistrati e già conosciute dall’opinione pubblica grazie alla pubblicazione degli articoli sulla vicenda e conferma che la sindaca Capuozzo non gli aveva spiegato di sentirsi minacciata:

AL PM Fico dice: “Ho appreso dai giornali che la vicenda era più profonda e dettagliata rispetto a quanto riferitomi dalla Capuozzo. Subito dopo mi sono confrontato prima con il Direttorio, poi anche con la Capuozzo sulle prospettive future da seguire a Quarto, chiedendo ancora una volta al sindaco se si era sentita minacciata e ricevendo la risposta che non aveva avvertito una vera e propria minaccia”. “La Capuozzo – continua il deputato – non mi ha mai parlato in modo espresso e diretto delle minacce e della bagarre con De Robbio. Ha detto però che il consigliere insisteva per l’affidamento ai privati dello stadio di Quarto e che lei si era rifiutata. Se la Capuozzo mi avesse parlato anche larvamente di minacce subite io le avrei detto di andare a presentare una denunzia.
Quando è stata sentita dal pm la prima volta alla fine di novembre mi ha chiesto, via whatsapp, di vedermi da vicino urgentemente. Poi ci siamo incontrati dopo qualche giorno in un bar di piazza Amedeo, a Napoli”. L’incontro al bar è avvenuto il 1 dicembre, tre giorni dopo il messaggio tramite whatsapp. “La procedura di espulsione dal M5s di De Robbio ha avuto un input e una svolta decisiva dopo quel mio colloquio del 1 dicembre, quando la Capuozzo, sentita il 24 novembre in Procura, mi aveva informato su ciò che il pm le aveva chiesto su De Robbio. Non ricordo se mi raccontò tutto l’interrogatorio. Sicuramente mi disse quanto io ritenni sufficiente per dare il via alla procedura”.

La Capuozzo nel corso dell’interrogatorio di tre giorni fa — il quinto in appena tre mesi — ha modificato la versione iniziale cominciando a parlare di informazioni passate al «direttorio» del quale fanno parte, oltre a Fico, anche Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. E parla anche di una riunione con Fico nella quale si parlò dei contrasti tra gli eletti, con il caso De Robbio in primo piano.

intercettazioni capuozzo di maio roberto fico
Una parte delle intercettazioni nel caso Quarto (La Repubblica, 12 gennaio 2015)

La versione di Rosa

La versione smentisce le parole dette in pubblico dalla Capuozzo nei gorni scorsi, quando il primo cittadino di Quarto aveva dichiarato di non aver informato i membri del direttorio di quanto stava accadendo a Quarto. E arriva proprio mentre si scopre che il marito è indagato nella vicenda per la storia degli abusi edilizi. Scrivevano ieri Bufi e Sarzanini sul Corriere:

Finora la donna aveva sempre negato di aver informato i leader del Movimento del ricatto subito da De Robbio che minacciava di rivelare l’abuso edilizio in casa del marito se non gli avesse dato mano libera per poter orientare alcuni appalti. In realtà inizialmente aveva addirittura escluso che si trattasse di una estorsione, minimizzando la «pressione» subita. Un atteggiamento che le ha fatto rischiare l’incriminazione per falsa testimonianza o addirittura per favoreggiamento visto che le conversazioni intercettate fanno emergere una realtà ben diversa, dando conto dei suoi contatti con il direttorio proprio riguardo ai suoi rapporti con De Robbio.
Il verbale è ancora segreto ma secondo le indiscrezioni che filtrano dalla Procura nell’ultimo interrogatorio — durato oltre quattro ore e segnato anche da momenti di grave tensione — Capuozzo ha parlato a lungo delle comunicazioni con Roma e degli incontri con Fico, che in un’occasione avrebbe anche deciso di partecipare alla riunione del consiglio comunale proprio per cercare di comporre la frattura interna visto che tra gli eletti alle ultime amministrative del maggio scorso c’erano scontri accesi sulle nomine, sulla scelta degli assessori, ma anche sulle deleghe legate agli affari del Comune. Ha chiarito anche che cosa accadde con Di Maio visto che nei colloqui con alcuni consiglieri — intercettati dai carabinieri — spiegava di avergli chiesto di intervenire non escludendo la possibilità «che ci devono commissariare». Ha «ricordato» gli altri contatti con il presidente della commissione di vigilanza sulla Rai.

Il sindaco avrebbe raccontato ai pm di quella riunione di consiglieri 5 Stelle, che si svolse alla presenza di Fico, mesi fa: proprio mentre infuriavano contrasti e lotte intestine per la nomina di assessori e consulenti, oltre che per l’arrivo in Comune di quei funzionari “sovra ordinati” che la stessa Capuozzo voleva come garanzia di controllo degli atti, e che non piacevano per nulla a De Robbio.

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