Rosa Capuozzo rischia il favoreggiamento?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-01-14

Un’ipotesi di reato per la sindaca di Quarto, che oggi verrà risentita da Woodcock

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Rosa Capuozzo finirà di nuovo davanti ai magistrati. Fiorenza Sarzanini ci racconta che è in programma per lei un’altra audizione con Henry John Woodcock, che sta seguendo l’inchiesta di Quarto sul consigliere Giovanni De Robbio e sulle infiltrazioni camorristiche in comune. Secondo il quotidiano la sindaca sta rischiando un’imputazione per favoreggiamento o per falsa testimonianza in relazione a quanto accaduto:

La sindaca di Quarto travolta dall’indagine sulle infiltrazioni della camorra nel Comune, espulsa dal Movimento 5 Stelle proprio per non aver denunciato le minacce ricevute dal collega di partito Giovanni De Robbio, non ha convinto i magistrati. E adesso la sua posizione potrebbe cambiare, il rischio è che possa finire anche lei sotto inchiesta. Gli appuntamenti si moltiplicano. Ieri, con un voto all’unanimità che dunque comprende anche i parlamentari pentastellati, si è deciso di convocarla per martedì per un’ audizione di fronte alla commissione Antimafia. E questo fa ben comprendere come il caso non sia affatto chiuso, anche tenendo conto che l’indagine riguarda proprio i legami tra gli esponenti politici locali e il clan guidato da Alfonso Cesarano il boss che ha interessi soprattutto nell’organizzazione delle cerimonie funebri.

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La foto aerea che documenta i lavoro nell’abitazione della sindaco di Quarto Rosa Capuozzo (via Youtube.com)

In quest’ottica ecco il rischio dell’iscrizione nel registro degli indagati:

Le intercettazioni e le verifiche svolte dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dal pubblico ministero Henry John Woodcock dimostrano che nel novembre scorso, quando era già sotto il ricatto di De Robbio, Capuozzo fu convocata con il pretesto di sentirla su un’eventuale faida tra clan nel suo Comune equando le fu chiesto se c’erano problemi con il consigliere del suo partito minimizzò quanto stava accadendo. Non poteva immaginare che le conversazioni durante le quali si sfogava con gli altri colleghi del Movimento fossero ascoltate dai carabinieri. Lo stesso atteggiamento sembra averlo tenuto durante l’interrogatorio di due giorni fa. Di fronte ai pm ha spiegato di non aver denunciato le minacce perché «non volevo mettere in difficoltà il consiglio comunale» e ha negato anche di aver avvisato i «capi» nonostante i colloqui registrati dimostrino che aveva sollecitato un intervento di Luigi Di Maio e di Roberto Fico. Ma non è apparsa credibile, dunque si è deciso di richiamarla. Se dovesse mantenere questo atteggiamento non è escluso che venga iscritta nel registro degli indagati. Al momento le ipotesi di reato possibili sono la falsa testimonianza o addirittura il favoreggiamento.

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