Come hanno preso i renziani la sconfitta del PD

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-03-05

Quale sconfitta? Renzi non ha perso, ad aver perso semmai è la sinistra, anzi ha perso Berlusconi (ma nessuno ne parla!). Il Paese non ha capito quanto bravo è Matteo Renzi e il risultato elettorale è solo la conseguenza della vittoria del No al referendum del 2016. Piccolo viaggio nello psicodramma renziano post-elettorale

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C’è un elemento che consente di capire che il Partito Democratico non è un partito di sinistra: l’analisi della sconfitta. O meglio: la pressoché quasi totale mancanza della stessa. Perché se è vero che il PD ha perso le elezioni politiche 2018, e le ha perse in modo epocale in pochi in questo momento sembrano disposti ad attribuire la colpa all’unico che può essere considerato responsabile del disastro: Matteo Renzi. Leggendo qua e là nei gruppi Facebook dei renziani d’assalto (credevate esistessero solo i vari “Fan Club Luigi Di Maio”?) si scopre che quasi nessuno è disposto a fare qualche critica a Segretario se non quella, assai scontata, di essersi fidato delle persone sbagliate.

La colpa è di tutti tranne che di Matteo Renzi

Il risultato è già di per sé abbastanza chiaro: il PD non ha vinto le elezioni, non ha raggiunto il 20% (al proporzionale alla Camera attualmente è al 18,72%) ma c’è ancora si aggrappa ad una improbabile analisi postuma del voto. Perché – scrive qualcuno – bisogna tenere conto che nelle grandi città e all’estero “il PD è il primo partito con quote dal 28% in su”. Infatti, gli fa eco Maria Cristina che spiega che bisogna stare attenti “che alcuni stanno dicendo fesserie come affidare il PD a Cuperlo”. Il ragionamento è semplice, i Dem hanno perso praticamente ovunque ma non hanno perso davvero perché ci sono alcune zone del Paese dove il centrosinistra ha vinto.

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Nicola lancia un appello ai renziani: “continuiamo a sostenere Matteo Renzi” senza se e senza ma. Non è sua la responsabilità della situazione: “l’Italia si è cacciata nei guai da sola” innanzitutto facendo vincere il No al referendum. Ecco quindi arrivare finalmente la prima catastrofica conseguenza di quel no. Vi ricorderete di quando i renziani avvertivano gli elettori che votando contro la riforma Renzi-Boschi sarebbe arrivata l’Apocalisse? A quanto sembra è arrivata: è la sconfitta del PD. Però per i renziani la colpa non è del leader del partito: è colpa degli elettori, è colpa del Paese.

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I renziani sono pronti a fare le barricate per impedire che Renzi venga rimosso dalla guida del partito. Proprio lui, quello che qualche tempo fa voleva entrare nel PD “col lanciafiamme”.

Matteo Renzi ti prego non ti dimettere!1

Elena invece spera che il Segretario non commetta l’errore di “personalizzare la sconfitta” (come del resto fece già senza alcun risultato all’indomani del referendum del 4 dicembre 2016) perché a perdere è il PD, a perdere è la sinistra. Ma cosa dovrebbe fare il “caro Matteo”? La risposta è semplice: andare all’opposizione per “diffondere con calma il suo messaggio”. E c’è da chiedersi in base a quale logica Renzi, che ha governato per tre anni, dovrebbe riuscire a fare dall’opposizione quello che non è riuscito a fare quando era a Palazzo Chigi.

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Fabrizio e altri renziani sono impegnati in queste ore a cercare “quali errori abbia fatto Renzi per aver causato una simile catastrofe”. Sembra impossibile, l’azione di governo e i risultati di questi cinque anni sono positivi, ma quale errore ha fatto Renzi (che al massimo è un po’ spocchioso)? La risposta è che ha fatto lo stesso errore fatto da Bersani “aver pensato al Paese”. Così come Bersani accettò un governo tecnico guidato da Monti anche Renzi dopo le europee (quindi nel 2014!) avrebbe dovuto dimettersi e andare al voto.

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Signora mia, ora che i renziani hanno salvato il paese “niente ringraziamenti ma calci in culo”. Ora e sempre “opposizione feroce” anzi “resistenza” come la chiama Emilia “e nel partito la minoranza lo vada a prendere in quel posto”.

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La cosa positiva è che i renziani e le renziane non hanno perso la loro identità: sono le stesse persone di sabato (coerenti!!) e come Maria non chiedono la testa di nessuno. Ovviamente quel nessuno è Renzi, perché una riga dopo la nostra renziana chiede “di fare un po’ di pulizia” iniziando ad esempio dal Presidente della Puglia Michele Emiliano.

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C’è poi Vincenzo, che azzarda un’analisi della sconfitta e ha anche trovato la risposta. La sinistra (ricordiamo che per i renziani la sinistra coincide con il PD e non c’è altro al di fuori del PD) ha sbagliato perché non ha saputo regolare il flusso migratorio. Ovvero non ha saputo mandare a casa i clandestini (come farà la Lega se andrà al governo). Non ha saputo gestire la “buona scuola” ovvero una riforma voluta e votata dal Partito Democratico ed è apparsa “troppo succube dell’Europa”.

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Insomma il PD per vincere avrebbe dovuto essere un po’ come la Lega e un po’ come il M5S. Ma sarebbe ancora stato il PD? Ne dubitiamo ma i renziani sono persone dalle certezze granitiche. Ma chi è allora il vero sconfitto? I renziani hanno già la risposta pronta: è LEU (quei traditori infami) ma non solo. C’è anche Berlusconi “solo che nessuno ne parla!” che ha perso la leadership del centrodestra. E non si capisce a questo punto se a raccogliere l’eredità di Silvio avrebbe dovuto essere proprio Renzi. Nel frattempo nel PD, quello vero, si discute sul futuro: c’è chi ipotizza di affidare la reggenza del partito ad Orfini (che però non è propriamente un vincente) e ora a tocca a Renzi a dire cosa vorrà fare. Terrà conto delle speranze e delle preghiere dei suoi venticinque elettori?

 

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