Cirinnà, così il PD si rimangia le promesse

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-02-23

La rottamazione? Scherzavamo. Benvenuti nella politica del bicchiere mezzo pieno. L’ordine di Renzi e il dietrofront di Cirinnà, Concia e altri che si erano schierati per la Stepchild Adoption. E così i diritti si sacrificano ancora una volta alla convenienza

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La rottamazione? Scherzavamo. Benvenuti nell’era della politica del bicchiere mezzo pieno. «Dovendo scegliere tra il tutto mai e un pezzo oggi è meglio fare un pezzo oggi, altrimenti il rischio è la paralisi”, dice il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a Rtl 102.5, a proposito delle unioni civili e allo stop sulla stepchild adoption. Entro la settimana, aggiunge, «vorrei chiudere la questione al Senato e andare di corsa alla Camera. Credo che non si possa continuare a tergiversare e a prendere in giro la gente. La preoccupazione è che si continui a giocare sulla pelle delle persone, che si continuino a fare delle promesse».

La politica del bicchiere mezzo pieno

In due giorni quelli che fino alla settimana scorsa dicevano che la legge Cirinnà andava approvata così com’era, compresa la Stepchild Adoption, hanno cambiato idea dopo che l’ha cambiata Renzi. Anna Paola Concia, Aurelio Mancuso e Monica Cirinnà, che avevano firmato l’appello dei quattrocento che chiedevano l’approvazione della legge intatta, così com’era (edit: Cupello segnala che Repubblica ha travisato le sue parole su Facebook), nel frattempo si sono allineati alla decisione del segretario del Partito Democratico. E così, mentre la Concia firma su L’Unità la sua abiura, la senatrice autrice del disegno di legge dice che il problema non sono i troppi emendamenti dopo aver sostenuto il contrario per tre giorni e il provvedimento che avrebbe fatto di una legge timida un punto di svolta importante su un tabù irragionevole e scientificamente infondato finisce in soffitta.

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L’appello firmato da 400 esponenti del mondo della cultura e della politica sulle Unioni Civili con Stepchild Adoption

Una delle motivazioni del dietrofront è che già oggi i giudici tendono a riconoscere il diritto che sarebbe stato garantito dalla certificazione della stepchild adoption per le coppie omosessuali. Vero, così come è vero che da anni il presidente del Consiglio spiega al popolo che la politica dovrebbe avere coraggio e non farsi dettare l’agenda dai giudici. Si vede che nel frattempo ha cambiato idea anche se nessuno gliene chiede conto. Un’altra motivazione è che l’argomento verrà trattato nella legge sulle adozioni prossima ventura. Ma certo: dopo non aver avuto il coraggio di difendere un principio di fronte alle telecamere, è proprio sicuro che la politica italiana avrà il coraggio di farlo nel buio delle commissioni, dove l’opinione pubblica non ti vede, ma il prete sì. Il giudizio più sincero su quanto sta accadendo in Senato proviene da Luigi Manconi:
luigi manconi

La trattativa non è finita

Intanto a difendere la Stepchild Adoption è rimasta solo la sinistra PD, e questo ci fornisce la certezza che non la sta difendendo nessuno. I Giovani Turchi, che avevano chiesto di non toccare la legge nei giorni scorsi, oggi hanno cambiato idea, felici di aver trovato qualcuno (il MoVimento 5 Stelle) a cui dare la colpa. Per superare i veti verrà esclusa la parte sulle adozioni, saranno invece inseriti gli emendamenti già presentati da Giuseppe Lumia per escludere la sovrapposizione delle unioni civili ai matrimoni. Modifiche che servono anche superare l’eventuale giudizio negativo della Consulta. Ma la parte più divertente della storia è che  nell’Ncd di Angelino Alfano (che si è impegnato a votare la fiducia) c’è una frazione di irriducibili guidata da Maurizio Sacconi convinta di dover ancora alzare la posta. Con gli stessi toni utilizzati il 2 febbraio nel presentare la pregiudiziale di costituzionalità, poi respinta:

«Il godimento di alcuni privilegi, come la pensione di reversibilità, comporterà o un inasprimento della leva fiscale, finendo per incidere anche sui redditi a disposizione delle famiglie, o lo storno di risorse che potrebbero essere, invece, utilizzate per realizzare il disegno costituzionale in materia di promozione della famiglia». La reversibilità, però, è un punto assolutamente irrinunciabile per un Pd che già esce dissanguato rispetto ai proclami degli esponenti di governo che consideravano (fino allo scorso fine settimana) «una vera bestemmia parlare di stralcio della stepchild».

“Altrimenti il rischio è la paralisi, l’ennesima palude. Non si può continuare a tergiversare e poi non fare niente”. “Quello che si può chiudere si chiuda immediatamente. A me fa impazzire – aggiunge – quando gli stessi argomenti tornano ciclicamente dopo anni”. “Oggi sul tema delle unioni civili c’è chi punta a non fare niente. Dice che bisogna fare la legge ma poi mette i paletti”, fa sapere ancora Renzi. Che in altre occasioni, quelle che evidentemente più gli stavano a cuore, è stato molto più incisivo (offensivo?) anche con minoranze del suo partito che in tre giorni finora non è nemmeno riuscito a nominare. Ma alla fin fine chi se ne frega di Ernesto. E così anche stavolta sull’altare della furbizia si sacrificano diritti. Il bicchiere è mezzo pieno, sì. Ma meglio non sapere di cosa.

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