Le urla con cui i fratelli Bianchi hanno reagito alla sentenza di condanna all’ergastolo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-04

Le reazioni alla pronuncia della sentenza di condanna all’ergastolo per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro

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“Una sentenza giusta”. Ha commentato così Armando Monteiro la pronuncia della sentenza in Corte d’Assise di Frosinone per l’omicidio del figlio 21enne Willy attraverso i suoi avvocati Vincenzo Galassi e Domenico Marzi. “Una sentenza ineccepibile in linea con le conclusioni del pm – hanno detto i due legali – che legge le pagine processuali con un rigore assoluto e anche un riconoscimento di qualità per quanto riguarda l’attività investigativa iniziale delle forze dell’ordine”.

Le urla con cui i fratelli Bianchi hanno reagito alla sentenza di condanna all’ergastolo

I giudici hanno condannato all’ergastolo i fratelli Bianchi (Marco e Gabriele). Gli altri due giovani coinvolti in quella rissa, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli sono stati condannati rispettivamente a 23 e 21 anni. Dai racconti dei presenti in aula sono state segnalate urla tra gli imputati nel gabbiotto dell’aula una volta portati via dagli agenti della Polizia Penitenziaria. Momenti di tensione che invece non ci sono stati tra i familiari e gli amici della vittima, che hanno accolto la decisione tra applausi e lacrime.

Massimiliano Pica, difensore dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, ha commentato: “E’ stato un processo mediatico. Va contro tutti i principi logici. Leggeremo le motivazioni e poi faremo appello. Siamo senza parole”. Dopo la pronuncia della sentenza è intervenuto anche il pubblico ministero Giovanni Taglialatela: “E’ quello che speravamo in relazione al lavoro svolto, ma sappiamo che il giudizio poi si presta a delle variabili e il fatto aveva un contesto e delle sfumature che potevano dare adito a una diversa valutazione. Tuttavia le prove che avevamo prodotto erano, a nostro avviso, assolutamente sufficienti e più che fondate per chiedere quello che abbiamo chiesto”.

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