Raggi scappa dal Campidoglio per non parlare di AMA e Roma Metropolitane

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-10-01

La sindaca non si presenta in Aula per riferire su AMA e Roma Metropolitane. La sua pagina facebook parla di bottigliette di plastica riciclate mentre viene decisa la liquidazione di un’azienda e gli amministratori scelti da lei in un’altra la accusano di fregarsene

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“Comunico all’Aula l’impossibilità della sindaca a presenziare ai lavori”. Con queste parole la vicepresidente vicaria dell’Assemblea capitolina, Sara Seccia, ha annunciato che la sindaca Virginia Raggi non si presenterà in Aula per riferire sulla doppia crisi nelle partecipate del Campidoglio, con le dimissioni del sesto cda di Ama in due anni e la liquidazione in vista per Roma Metropolitane.

Dopo oltre mezz’ora di attesa in seguito alla richiesta alla sindaca Virginia Raggi di riferire in Aula sulle dimissioni del cda di Ama, parte del gruppo del Pd in Campidoglio – compreso il capogruppo Giulio Pelonzi – aveva già abbandonato l’Assemblea capitolina per protesta, dirigendosi sotto la sede di Roma Metropolitane in via Tuscolana per solidarizzare con i lavoratori che rischiano di perdere il posto a causa della possibile liquidazione dell’azienda.

Il bubbone di AMA è scoppiato oggi pomeriggio: il consiglio di amministrazione nominato appena qualche mese fa al posto dell’altro cacciato per la questione dei 18,3 milioni di crediti per i servizi cimiteriali ha presentato le sue dimissioni in blocco accusando la sindaca e il Campidoglio di essersi disinteressati dell’azienda: “Il tema – scrivono in una lettera di sei pagine – non è la posta di bilancio, peraltro assolutamente neutra rispetto al risultato dell’esercizio e al patrimonio netto della società. Ma è assai più grave e probabilmente più scomoda per la sua amministrazione e verte esclusivamente sulla assoluta inerzia e constatata mancanza di una fattiva e concreta collaborazione con Ama per superare le situazioni di criticità riscontrate su più piani durante i 104 giorni di governo societario”.

virginia raggi ama roma metropolitane

In particolare Melara cita i 104 milioni che Ama avrebbe dovuto incassare in virtù del contratto di servizio del 2014 e l’inerzia nel procedere agli iter amministrativi per liquidare 30 milioni incagliati dal 2009 nella gestione commissariale. “Risorse che – si legge nella lettera – non consentirebbero alla società di riequilibrare la propria posizione finanziaria netta, ma consentirebbero la provvista per gli investimenti del piano operativo 2019-2020”. “Sembra di percepire da tale incomprensibile atteggiamento da parte di Roma Capitale e dalle sue stesse comunicazioni pubbliche che la stessa Roma capitale consideri Ama non una propria emanazione, bensì un soggetto privato antagonista del pubblico interesse con l’ulteriore paradossale considerazione che il denaro dato ad Ama sia sottratto dai beni pubblici”.

La lettera di dimissioni del CdA dell’AMA

Intanto oggi si è svolto un flash mob in via Tuscolana 171 per protestare contro la liquidazione di Roma Metropolitane. I lavoratori della società, con indosso la pettorina d’ordinanza, hanno attaccato uno striscione alla facciata della sede con la scritta ‘Il lavoro non si tocca’, e poi si sono ritrovati in strada per una prima protesta. “Oggi pomeriggio dalle 16 – ha fatto sapere il segretario della Cgil Roma, Natale Di Cola – saremo nuovamente sotto la sede di Roma Metropolitane per ribadire il nostro no alla messa in liquidazione della società voluta da Roma Capitale. Una responsabilità enorme quella che la sindaca Virginia Raggi e tutta la Giunta capitolina si stanno assumendo”.

“Oltre a compromettere il futuro di oltre 150 lavoratori- ha aggiunto- l’amministrazione rischia di pregiudicare tanti progetti cruciali per lo sviluppo della città, come il completamento della linea C della metro e gli ammodernamenti delle linee A e B, solo per citare i più importanti. La Giunta abbia almeno il coraggio di assumersi la responsabilità politica della scelta evitando di perseverare nella assurda narrazione che la liquidazione della società serve a salvare l’azienda, il lavoro e le attività. Ribadiamo che l’unica strada per salvare l’azienda e’ la ricapitalizzazione legata ad una riorganizzazione della società. Una strada possibile che si sta scendendo di non perseguire”. Nel pomeriggio sono attese altre proteste. Sono previsti infatti l’assemblea dei lavoratori, per altro già in corso, un incontro tra i sindacati e i vertici del Campidoglio e la successiva assemblea dei soci che potrebbe sancire formalmente la liquidazione di Roma Metropolitane.

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