Raffaello Bucci: l'ultrà Juve morto e le indagini da riaprire

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-05-02

L’avvocato dell’ex compagna: aveva lesioni incompatibili con la caduta, come se fosse stato pestato. Il giallo del borsello e la richiesta di parlare con un commissario della Digos prima di morire

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La magistratura riapra le indagini sulla morte di Raffaello Bucci, capo ultrà della Juventus morto lo scorso luglio dopo essere precipitato da un viadotto dell’autostrada Torino-Savona. Lo chiede Gabriella Bernardis, l’ex compagna dell’uomo, informatore dei servizi segreti, suicida il giorno dopo essere stato ascoltato come teste nell’inchiesta di ‘ndrangheta Alto Piemonte. “Ci sono troppe incongruenze”, sostiene il suo avvocato, Paolo Verra, che in settimana depositerà l’istanza alla Procura di Cuneo.

Raffaello Bucci: l’ultrà Juve morto e le indagini da riaprire

Un paio di giorni fa è trapelata la notizia che Bucci era un confidente dei servizi segreti per le connessioni tra ultrà ed estrema destra. “Ci sono troppe incongruenze in questa vicenda – insiste l’avvocato Verra -. A iniziare dalle lesioni all’occhio e alla mandibola sul corpo di Bucci, incompatibili con la caduta in cui ha perso la vita. Lesioni che fanno pensare a un pestaggio, che però non sappiamo collocare. “Raffaele non si è suicidato. Semmai è stato indotto al suicidio – dice l’ex compagna -. Non era il tipo di buttarsi giù dal ponte. Qualcuno l’ha spinto a farlo. Io, lo scorso luglio, ero in vacanza e l’ho sentito la sera prima della sua morte. Mi ha chiesto scusa, ma non mi ha spiegato nulla. Non voleva parlarne per telefono. Era stanco, agitato”. La donna sa poco della vita dell’uomo, che da un anno collaborava con la Juventus. “Non mi raccontava della curva, probabilmente per proteggermi. Anche quando nel 2014, dopo essere stato picchiato, era stato costretto ad allontanarsi da Torino per un anno, mi aveva solo detto che c’erano delle invidie”.
ciccio bucci agente segreto
E nella storia c’è anche un giallo che riguarda un borsello. “Non se ne separava mai. Ma quando è morto gli investigatori non l’hanno ritrovato nella sua auto. A Gabriella, però, è stato consegnato da Alessandro D’Angelo, security manager della Juventus che ha detto di averlo trovato nella macchina. Un’incongruenza che bisognerebbe spiegare”.

Raffaele Bucci e la Digos

Secondo quanto risulta da un’informativa interna della polizia, poi, Bucci il giorno prima di morire “era apparso molto agitato” e “sentiva il bisogno di parlare” con un commissario della Digos di Torino che conosceva da tempo, però non prese contatto con lui. Alle ore 19 del 6 luglio, come si ricava dalla lettura dell’informativa, un avvocato dello studio legale torinese che segue la Juventus andò a far visita in Questura al commissario della Digos, spiegandogli che Bucci “era sembrato molto agitato e preoccupato”. “Nella mattinata – prosegue la nota – Bucci era stato sentito in interrogatorio come persona informata sui fatti dal magistrato titolare dell’indagine per associazione a delinquere di stampo mafioso (Alto Piemonte – ndr) e, una volta fuori da Palazzo di Giustizia, era apparso a chi lo stava aspettando molto agitato. Lo stesso diceva che sentiva il bisogno di parlare con me”. L’avvocato disse al commissario che era “molto preoccupato perché non avevano mai visto Bucci in quello stato”.
dino mocciola ciccio bucci
Il commissario spiegò che l’ultrà “non si era presentato da me in giornata né tanto meno mi aveva contattato. Assicuravo però che, laddove si fosse fatto sentire, lo avrei tranquillizzato” e avrebbe contattato il legale. L’estensore dell’informativa precisa che conosceva Bucci “solo per motivi professionali” perché era stato assunto dalla Juventus come collaboratore Slo (Supporter liaison officer) “e in tale veste si è più volte rapportato con me e i miei collaboratori della ‘Squadra tifoserie’ per concorrere nelle complesse attività di gestione delle dinamiche dei gruppi ultrà”.

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