Quando si vota la sfiducia a Conte?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-11

M5S (107), Pd (51) e Misto (15) hanno i numeri per imporre la loro data, nella settimana dopo Ferragosto. Anche perché i senatori vanno convocati a domicilio, con un telegramma, e i più sono in vacanza, o all’estero

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Quando si voterà la sfiducia al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, primo passo per portare di nuovo il paese alle elezioni o a un nuovo governo istituzionale che tenga dentro MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico? Domani alle 16 al Senato si riuniscono i sette capigruppo di M5S, Lega, Pd, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Misto e Autonomie. Devono decidere la data della discussione in aula della mozione di sfiducia al premier Conte presentata dalla Lega. In teoria il Senato si potrebbe convocare subito, martedì 13, come di fatto pretende Salvini, ma in pratica l’orientamento è di discutere la mozione tra il 19 e il 21 agosto. Spiega oggi Concetto Vecchio su Repubblica:

M5S (107), Pd (51) e Misto (15) hanno i numeri per imporre la loro data, nella settimana dopo Ferragosto. Anche perché i senatori vanno convocati a domicilio, con un telegramma, e i più sono in vacanza, o all’estero. Domani si gioca anche un’altra partita: il Pd cercherà di calendarizzare, prima della sfiducia a Conte, la propria mozione di sfiducia a Salvini, per fare cadere il titolare del Viminale, con i voti M5S.

Martedì alle 12 a Montecitorio si riuniscono i sette capigruppo della Camera. All’ordine del giorno c’è la richiesta di comunicazioni del premier Conte: i gruppi devono quindi decidere la data nella quale interverrà. Probabilmente nella stessa giornata nella quale sarà al Senato. Ma se Conte sarà sfiduciato, questo passaggio rischia di diventare superfluo. Martedì il M5S chiederà di anticipare la discussione per l’atto finale della legge del taglio dei parlamentari, fissata per il 9 settembre.

legge di bilancio
Il percorso della legge di bilancio 2020 (La Repubblica, 10 agosto 2019)

Che chance hanno di anticipare la riforma che tanto agita i sonni di Salvini e che riduce il numero dei deputati da 630 a 400 e quello dei senatori, da 315 a 200? Se M5S e Pd convergono su un governo di scopo – evitare l’aumento dell’Iva, votare il taglio dei parlamentari (finora il Pd ha però sempre votato no) e togliere il Viminale a Salvini – la legislatura si allungherebbe di un anno, perché la riforma sarebbe promulgata dopo tre mesi, durante i quali sarebbe possibile chiedere un referendum, da tenere nell’estate 2020. Le politiche slitterebbero al successivo autunno.

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