Quando Meloni e Salvini volevano Feltri al Quirinale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-23

Vi ricordate quando Giorgia e Matteo volevano Littorio presidente della Repubblica? Beh, chissà se se lo ricordano loro…

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Oggi che Vittorio Feltri è leggermente in difficoltà, è bello ricordare che c’è stato un tempo in cui Giorgia Meloni e Matteo Salvini avevano annunciato che il loro candidato al Quirinale era proprio lui, il simpatico Littorio dei meridionali inferiori (che però votano, occhio!).

Quando Meloni e Salvini volevano Feltri al Quirinale

Correva l’anno 2015 e i due non ancora alfieri del populismo italiano – ma già sulla buona strada per esserlo – preferirono quindi Feltri a un certo Sergio Mattarella, e già questo dovrebbe farvi capire molte cose se non tutte. E Giorgia sul suo sito internet spiegava che la candidatura di Feltri era roba seria: “Questa mattina, insieme con Matteo Salvini, abbiamo annunciato il nostro candidato alla Presidenza della Repubblica: Vittorio Feltri. Feltri è una persona libera, abituata a dire quello che pensa e coraggiosa, perché all’Italia serve una persona così. Non è una candidatura di bandiera, ma un nome intorno al quale aggregare i voti di quei tanti che nel centrodestra non ci stanno ad aspettare i diktat di Renzi”.

Il resto è storia: purtroppo i parlamentari in luogo del simpatico pastore bergamasco scelsero uno come Mattarella, giusto per quelle due righe in più sul curriculum a proposito della Costituzione. E oggi? Il segretario della Lega in un’intervista a Radio Crc molla Feltri: “A me è sembrata francamente una cazzata l’affermazione del direttore Feltri sulla inferiorità dei meridionali”. E ancora: “Sono assolutamente in disaccordo – spiega Salvini – con le sue affermazioni perché se per un giornalista è scorretto in tempo di pace fare considerazione che dividono il Paese, è scorretto e ingiusto farlo in tempo di guerra. Esistono distanze nel Paese, ma tra chi vive in quartieri disagiati e quartieri ricchi con più servizi e questo non è certo colpa dei cittadini, la politica deve fare di tutto, come noi stiamo facendo, per accorciarle queste distanze. Sicilia e Sardegna, ad esempio, sono isolate ancora di più in questo periodo e sono le regioni che pagano di più per tornare alla normalità, ma non è affatto un valore in meno essere siciliano o sardo. Tutti devono avere pari opportunità”. E Giorgia Meloni? Interpellata ieri dall’AdnKronos, ha risposto: “Da romana, con origini sarde e siciliane non potrei ovviamente mai condividere le parole di Vittorio Feltri, ma lo conosco abbastanza bene da sapere che una persona della sua cultura e intelligenza non possa aver sostenuto la tesi di una presunta inferiorità antropologica dei meridionali. Sono certa che si riferisse alle condizioni di disparità economica tra nord e sud, come lui stesso ha avuto modo di chiarire, e che però la scelta dei termini sia stata sbagliata”.

Peccato che la storia che Feltri si stesse riferendo all’economia sia una fregnaccia: basta riascoltare il video dell’intervento per rendersi conto che il direttore editoriale di Libero non si riferiva in alcun modo all’economia:

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