Opinioni

Quando Luigi Di Maio diceva che chi si allea dopo le elezioni frega il voto agli italiani

di Mario Neri

Pubblicato il 2018-05-22

Ieri Luigi Di Maio ha spiegato al Popolo che Giuseppe Conte non è un premier “non eletto” da quest’ultimo perché il suo nome era nella squadra di governo che lui aveva presentato prima delle elezioni. Ciò ha ovviamente generato grida di giubilo negli altri nomi annunciati all’epoca e nel frattempo dimenticati, perché questo significa che […]

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Ieri Luigi Di Maio ha spiegato al Popolo che Giuseppe Conte non è un premier “non eletto” da quest’ultimo perché il suo nome era nella squadra di governo che lui aveva presentato prima delle elezioni. Ciò ha ovviamente generato grida di giubilo negli altri nomi annunciati all’epoca e nel frattempo dimenticati, perché questo significa che pure loro sono stati “eletti dal popolo” e quindi potranno agevolmente passare all’incasso. Intanto, però, vale la pena di ricordare cosa diceva Luigi Di Maio in pirzona pirzonalmente il 12 febbraio 2014 su Facebook, quando la Kasta addirittura annunciava la staffetta Letta-Renzi e il nuovo governo con l’appoggio di Scelta Civica e Forza Italia:

La staffetta Letta-Renzi è irrilevante. Il discorso non è che un Presidente del Consiglio debba essere eletto. Nel nostro ordinamento non esiste il voto per il “Candidato Premier”.

luigi di maio voto fregato

Il vero tradimento degli elettori sta nel fatto che i partiti di Monti, Bersani e Alfano (in campagna elettorale) non hanno mai detto di essere disposti a fare un Governo insieme. Lo hanno detto solo dopo le elezioni, dopo aver “fregato” il voto agli italiani.
Altrimenti col cavolo che prendevano il 29%!

Ora, i più puntigliosi e rompiballe di voi si saranno accorti del fatto che Lega e MoVimento 5 Stelle hanno detto peste e corna l’uno dell’altro durante le elezioni e dopo hanno “detto di essere disposti a fare un governo insieme”, fregando il voto agli italiani. Ma queste sono quisquilie, bazzecole, pinzillacchere per chi, come Giggetto, aveva promesso ai cittadini romani un miliardo di sprechi da tramutare in servizi (in biglietti di piccolo taglio, possibilmente).

luigi di maio miliardo roma

Luigi Di Maio nel 2015 su Facebook

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