Opinioni
Quali sono i comuni che rischiano di sparire
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2016-06-01
Gabriele Martini sulla Stampa di oggi racconta che in Italia l’85% dei Comuni ha meno di diecimila abitanti e di questi 5627 non raggiungono i cinquemila residenti, mentre il 43% del totale è anche sotto i duemila abitanti. Questi paesi stanno affrontando un crollo demografico, illustrato da un dossier di Legambiente che sarà presentato oggi […]
Gabriele Martini sulla Stampa di oggi racconta che in Italia l’85% dei Comuni ha meno di diecimila abitanti e di questi 5627 non raggiungono i cinquemila residenti, mentre il 43% del totale è anche sotto i duemila abitanti. Questi paesi stanno affrontando un crollo demografico, illustrato da un dossier di Legambiente che sarà presentato oggi a Roma con l’ANCI. Nei 2430 Comuni a rischio sopravvivenza vivono quasi 3 milioni e mezzo di italiani, il 5,8% della popolazione. Ma in 25 anni i Paesi sotto i 5 mila residenti hanno perso 675 mila abitanti. Un calo del 6,3%, mentre nello stesso periodo la popolazione italiana cresceva del +7% con oltre 4 milioni di cittadini in più rispetto al 1991.
I piccoli comuni sono poco attraenti anche per la popolazione che arriva dall’estero. Dato ribadito dal deficit di imprese straniere, il 25,6% in meno della media. Il pericolo è che i borghi siano destinati a diventare i paesi fantasma del terzo millennio. Già oggi le abitazioni vuote sfiorano i 2 milioni (mentre sono 4 milioni e 345 mila quelle occupate): vale a dire una su tre. E finora nemmeno il turismo ha salvato il patrimonio dei mini-Comuni, dove la capacità ricettiva è cresciuta meno della metà di quella urbana. Il rilancio dei «piccoli» è al centro di “Voler bene all’Italia”, la festa dei borghi promossa da Legambiente dal 2 al 5 giugno. Per la presidente Rossella Muroni «è indispensabile puntare sulla semplificazione amministrativa, mantenere presidi come scuole, servizi postali e ospedali e garantire risorse per la valorizzazione come prevede il ddl in discussione alla Camera».
L’altra faccia della medaglia sono gli accorpamenti tra i piccoli comuni:
Anche perché «una politica che dimentica i piccoli comuni avverte Massimo Castelli, coordinatore dell’Anci – non fa l’interesse del Paese». L’altra faccia di questo quadro a tinte fosche è la corsa alle fusioni per razionalizzare spese e gestioni dei servizi. Il primo gennaio 2016 sono spariti 40 Comuni. E non è finita. Il governo spinge sull’acceleratore e in manovra ha confermato il contributo straordinario pari al 40% dei trasferimenti erariali dell’anno 2010 per chi si fonde. Altri sette progetti di accorpamento hanno già ottenuto il via libera dei cittadini tramite referendum. È il paradosso del Paese dei mille campanili: per salvarli, tocca superarli.