Quale legge elettorale è in vigore oggi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-09-12

Si andrà a votare con le due leggi “disegnate” dai giudici della Corte Costituzionale a colpi di sentenze sull’Italicum e sul Porcellum. E ci sarà il caos

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A meno di clamorosi colpi di scena e dopo la rottura del patto sul sistema tedesca, i partiti non approveranno una nuova legge elettorale prima delle elezioni politiche del 2018. Questo significa che si andrà a votare con le due leggi “disegnate” dai giudici della Corte Costituzionale a colpi di sentenze sull’Italicum e sul Porcellum. La situazione sarebbe quindi già complicata di per sé, se non fosse che le due leggi ad oggi garantiscono che non ci sarà una maggioranza in entrambi i rami del Parlamento (a meno di clamorose affermazioni che oggi, visti i sondaggi, si possono escludere). Ci avviamo quindi a una legislatura senza maggioranza o meglio a maggioranze variabili.

legge elettorale in vigore oggi
Le leggi elettorali in vigore oggi (Corriere della Sera, 12 settembre 2017)

“Ora che la legislatura sta arrivando a scadenza naturale e che della riforma non c’è traccia -spiega Francesco Verderami sul Corriere – emergono i timori tra i giudici costituzionali. E si avverte al fondo un’altra loro preoccupazione: e cioè che, per effetto delle sentenze, alla Corte sia di fatto intestata la paternità dei due sistemi di voto e le venga scaricata la responsabilità politica della (quasi certa) «ingovernabilità»”.
sondaggi ilvo diamanti
Sondaggi Ilvo Diamanti: le intenzioni di voto (La Repubblica, 8 settembre 2017)

E basta dare un’occhiata ai sondaggi per rendersi conto che è proprio così. Con l’Italicum corretto alla Camera i seggi sono distribuiti con metodo proporzionale, mentre al Senato con il Consultellum la ripartizione è sì proporzionale ma su base regionale: questo significa che partiti fortemente radicati in un territorio ma scarsamente radicati in un altro avrebbero risultati di conseguenza. Diverse anche le soglie di sbarramento: alla Camera è del 3%; al Senato c’è una soglia di sbarramento dell’8% per la lista che corre da sola e del 20% per le coalizioni; in quel caso i partiti della coalizione hanno una soglia del 3%. Ce n’è abbastanza perché dalla sera delle elezioni si inauguri una lunga melina alla ricerca di una maggioranza come ai tempi del pentapartito.

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