Quando il MoVimento 5 Stelle voleva lo ius soli

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-06-19

Per l’ennesima volta il MoVimento 5 Stelle fa propaganda elettorale sui diritti degli altri. Eppure nel 2013 aveva presentato una proposta di legge identica che è finita nel testo unificato approvato dalla Camera nel 2015 (senza i voti pentastellati)

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Il M5S si è astenuto al Senato sullo ius soli. Ci sono cose più importanti a cui pensare. Ad esempio la convenienza elettorale, quella di non far vedere ai propri elettori di essere “amici degli immigrati”. Eppure c’è stato un tempo, ad inizio legislatura, in cui il M5S ha presentato una proposta di legge sulla cittadinanza ai figli degli stranieri nati in Italia molto simile a quella discussa al Senato.

La proposta di legge del M5S sullo ius soli

La proposta di legge in materia di cittadinanza per nascita e di acquisto della cittadinanza è stata presentata alla Camera il 14 giugno 2013. Il primo firmatario è Giorgio Sorial ma è sottoscritta anche da Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carlo Sibilia e Danilo Toninelli. A leggerla si ritrovano tanti punti in comune con quella avanzata dal PD che da due anni è ferma tra Camera e Senato e sulla quale i senatori a 5 Stelle si sono astenuti.
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Si legge ad esempio che il testo “rende possibile l’acquisto della cittadinanza italiana a chi nasce in Italia da genitori stranieri di cui almeno uno vi risieda legalmente da non meno di tre anni o da genitori stranieri di cui almeno uno sia nato in Italia e vi risieda legalmente da non meno di un anno“. La proposta sulla quale i 5 Stelle si sono astenuti al Senato prevede che la cittadinanza venga concessa ai figli di immigrati regolari che risiedono in Italia dal almeno cinque anni prima della nascita del richiedente.

Lo ius culturae secondo il M5S

Ma le somiglianze non si fermano qui, perché la proposta del M5S parla anche di ius culturae, ovvero il riconoscimento della cittadinanza italiana a coloro che hanno compiuto un percorso scolastico nel nostro paese. In tal senso l’articolo 3 della legge sullo ius soli a 5 Stelle prevede lo stesso tipo di ius culturae di quella in discussione in Parlamento. Chi, entrato in Italia entro il quinto anno di età, ha compiuto positivamente un percorso di istruzione primaria diviene cittadino.
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Lo stesso vale per gli stranieri che sono arrivati in Italia entro i 10 anni di età e hanno superato l’esame di terza media e per coloro – arrivati entro il diciottesimo anno di età – che hanno ottenuto un diploma di scuola superiore.

Perché il M5S non vota la legge sullo ius soli?

Nella presentazione del testo si legge che lo ius soli è

misura di integrazione positiva, idonea a produrre inclusione sociale, e di riconoscimento del percorso di radicamento avviato nel nostro territorio dalle persone di origine straniera che vi sono nate, che stabilmente vi abitano e che intendono, con pari diritti e doveri, partecipare alla vita culturale e socio-politica del nostro Paese.

Giusto qualche giorno fa Luigi Di Maio invece parlava di manovra di propaganda elettorale e paventava il rischio che lo ius soli possa:

scatenare un pull factor  che significa fare una legge per la cittadinanza che attragga ancora più migranti verso l’Italia e con l’Europa che se ne frega altamente. Lo Ius soli non deve essere propaganda elettorale per questo noi ci asterremo, le priorità del paese sono ben altre.

Ma come mai il M5S non ha votato una legge che sostanzialmente identica alla proposta di legge che aveva avanzato nel 2013? I pentastellati vi diranno che il PD ha fatto di tutto per ostacolare il percorso della loro proposta di legge. In realtà nell’ottobre 2015 la Camera ha approvato un testo unificato che univa le diverse proposte di legge in materia (erano venticinque per la precisione). Anche in quel caso i 5 Stelle si sono astenuti. Eppure poco più di una settimana fa alla Camera i 5 Stelle non hanno avuto alcun problema a votare a favore dell’emendamento Biancofiore (FI) alla legge elettorale. Perché era identico a quello presentato dal deputato Fraccaro, hanno detto. Ma nel caso dello ius soli non è stato sufficiente.
alessandro di battista ius soli 1
Evidentemente presentare proposte di legge non costa nulla, metterci la faccia e i voti per farle approvare invece sì. Se credete di aver visto una sceneggiata simile quando si è trattato di far approvare la legge sulle Unioni Civili non vi sbagliate.

Leggi sull’argomento: Tutte le bufale sullo ius soli

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