Il processo del M5S a Virginia Raggi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-11-28

Il MoVimento 5 Stelle dopo il voto di domenica prossima avrà mani libere sulla Giunta e sul Consiglio romano, per quel famoso “tagliando” che entro gennaio potrebbe portare a un vero e proprio piccolo processo nei confronti della sindaca

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Non solo curiose iniziative legali: per Virginia Raggi un processo molto più difficile da affrontare rispetto a quello di Venerando Monello è in preparazione. Ovvero quello interno, con un MoVimento 5 Stelle che dopo il voto di domenica prossima sul referendum avrà mani libere anche sulla Giunta e sul Consiglio romano, per quel famoso “tagliando” che entro gennaio potrebbe portare a un vero e proprio piccolo processo nei confronti della sindaca e delle sue scelte, che in questi mesi non hanno per niente convinto i grillini romani e quelli nazionali. Spiega oggi Mauro Favale su Repubblica:

Un appello che il leader potrebbe far pesare a gennaio, il mese scelto alla fine dell’estate per fare “un tagliando” alla sindaca di Roma. Nel frattempo potrebbero venire al pettine alcuni nodi sui quali al momento l’M5S fa melina, a partire dalle vicende giudiziarie che riguardano la sindaca, scivolata fin dal suo insediamento sulle nomine. Nel Movimento considerano quasi scontata l’iscrizione di Raggi nel registro degli indagati dopo il fascicolo aperto dai pm sulla promozione di Salvatore Romeo a capo segreteria o su quella di Raffaele Marra. «Se quei pasticci li avesse fatti il Pd li avremmo massacrati», ha detto Grillo più volte ai suoi parlamentari. La linea, all’esterno, resta quella di difendere la sindaca. Ieri c’ha pensato Luigi Di Maio a dire che «Raggi ha rimesso in moto una macchina ferma».

Come sappiamo, alla Raggi si potrebbe contestare l’abuso d’ufficio in relazione alle nomine dello staff di agosto che hanno già portato alla prima crisi di giunta e alle dimissioni di Raineri, Minenna ed altri. Le indagini della procura, partite dall’esposto della Raineri e decollate dopo l’ascolto di Minenna e Stefano Bina, potrebbero costituire una bomba ad orologeria sulla giunta e sulla sua solidità mentre tanti nervosismi sulla condotta politica arrivano dai municipi (come ad esempio il III).

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Gli stipendi dello staff della Giunta Raggi (Il Messaggero, 17 agosto 2016)

Sul palco di piazza della Bocca della Verità, due giorni fa, Grillo ha abbracciato la sindaca (dopo averla bacchettata per le buche) e le ha regalato il grande cuore di plastica rosso retto per tutto il corteo:

Dietro, però, nel backstage, i presenti raccontano di una sindaca isolata che quasi non ha scambiato battute con nessuno. L’unica parlamentare che le è rimasta vicino in questi mesi, per seguire le vicende di Acea, è Federica Daga. Gli altri, morto e sepolto il minidirettorio, l’hanno lasciata sola, salvo poi essere costretti a difenderla in tv per evitare che le sue vicende mettano troppo in difficoltà il Movimento. E mentre nel M5S si notano le assenze al corteo di sabato (solo 10 consiglieri su 29 e, per la giunta, presente solo l’assessora Paola Muraro), Raggi dà la colpa del peggioramento della qualità della vita a Mafia capitale e ai tagli del governo. Lo stesso governo a cui batte cassa: «Ci aspettiamo che stipuli un Patto per Roma, così come ha fatto per Milano: i romani lo attendono». Difficile che si muova qualcosa prima del 5 dicembre.

Leggi sull’argomento: La procura indaga sulle nomine della Giunta Raggi

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