L'inchiesta sulla giunta Raggi e i contatti Muraro-Cerroni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-11-19

Oggi Il Messaggero torna sulla storia rivelata ieri dal Giornale, che parte da un esposto di Carla Raineri, ex capo di gabinetto della Giunta

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Ieri abbiamo parlato dell’indagine sulla Giunta Raggi per le nomine scaturita da un esposto di Carla Raineri, ex capo di gabinetto, e rivelata dal Giornale. Oggi Valentina Errante sul Messaggero torna sulla storia ricordando che tutto nasce dal memoriale della Raineri arricchito da elementi forniti dall’ex assessore Marcello Minenna. Il fascicolo per ora sarebbe senza indagati:

Del memoriale, zeppo di circostanze e dettagli sulla squadra Raggi, firmato dall’ex capo di Gabinetto Carla Raineri, ma arricchito da elementi forniti anche dall’ex assessore Marcello Minenna, si era a lungo vociferato. Per mesi, la stessa Raineri aveva negato di essersi rivolta al procuratore Pignatone all’inizio di settembre. E invece, l’esposto ha già portato all’apertura di un fascicolo, al momento senza ipotesi di reato. In procura sono stati convocati sia Alessandro Solidoro, fuggito ad agosto, a un mese dalla sua nomina al vertice di Ama, sia lo stesso Minenna, per far chiarezza sulle anomalie della giunta. A Solidoro sarebbe stato chiesto dalla procura di riferire in merito alle pressioni della Muraro e alle decisioni assunte nella municipalizzata dei rifiuti che, in poche ore, avrebbero raggiunto Manlio Cerroni.

virginia raggi indagata
Racconta il quotidiano che tutto nasce da quei giorni in cui scoppia la grana delle cinque dimissioni a catena scatenate da quelle della Raineri, che la sindaca, con un post nel cuore della notte, cercò invece di spacciare per una sua iniziativa. Ma la bugia durò lo spazio di un mattino, quando arrivò la conferma dell’addio di Minenna e a ruota quello di Solidoro.

Agli atti c’è anche la defenestrazione di Laura Benente, già responsabile delle Risorse umane in Campidoglio nell’era Marino e poi con Tronca, considerata integerrima. Ad agosto scorso sarebbe stato proprio Marra a pretendere che la Benente firmasse il via libera per fargli frequentare un master a Bruxelles, pagato dall’amministrazione. Marra ne aveva già ottenuto uno di due anni e il dirigente si sarebbe opposto. L’allora vice capo di gabinetto, oggi seduto al posto della Benente, l’avrebbe minacciata, assicurando alla dirigente pesanti conseguenze per il suo atteggiamento. Poi si sarebbe rivolto alla Raggi per chiederne la rimozione. La storia è nota: Laura Benente, che si trovava a Roma conun distacco da Torino, è andata in ferie per una settimana. AlrientrohatrovatogliscatoloninelsuoufficioedèstatarispeditainPiemonte.

Leggi sull’argomento: «La procura indaga sulle nomine della Giunta Raggi»

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