Il primato della politica è solo una grande fuga dalla realtà

di Elio Truzzolillo

Pubblicato il 2018-10-04

Conscio di farmi del male, ieri sera ho guardato “Otto e mezzo” su La7. Buttafuoco tira fuori dal cilindro il solito contrasto irriducibile tra interessi dei mercati e interessi dei cittadini, ricorrendo alla potentissima immagine del primato della politica. Ma cosa è questo primato se non un feticcio per chi non vuole o non è in grado di approfondire le questioni, o cerca di indicare facili soluzioni senza darsi la pena di argomentarle?

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Conscio di farmi del male, ieri sera ho guardato “Otto e mezzo” su La7. Tra una sciocchezza e l’altra (dalle quali si è salvato dignitosamente il giornalista Severgnini) sono stato rapito da uno dei grandi intellettuali italiani, riverito e coccolato da tutti i conduttori, il grande Pierangelo Buttafuoco. Purtroppo per lui la puntata verteva sul famigerato DEF e sui contrasti tra Italia ed Europa, tema su cui evidentemente il giornalista aveva ben poco da dire (non è un peccato mortale, ognuno si appassiona e si interessa a quello che vuole). Dopo alcune riflessioni che personalmente ho trovato confuse (giudizio opinabile), nel tentativo di dire qualcosa di attinente al tema, Buttafuoco tira fuori dal cilindro il solito contrasto irriducibile tra interessi dei mercati e interessi dei cittadini, ricorrendo alla potentissima immagine del primato della politica. Tra tutte le espressioni ad alto impatto emotivo, questa è forse la più vuota, generica e sterile. Tuttavia è un’espressione al cui fascino è difficile resistere. Porta con sé l’afrore della filosofia, il profumo della saggezza, la fragranza della cultura classica. Basta pronunciarla e sembra quasi di vedere comparire Platone e Socrate in persona. E che si fa? Si possono contestare Platone e Socrate? Rivendicate il primato della politica e nessuno troverà il coraggio di ribattere qualcosa. Ma esattamente nei confronti di cosa è rivendicato questo primato? Nei confronti della fisica? Della biologia? Dell’economia? Della matematica?

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Ora, nel tentativo di non parlare di cose di cui non ho contezza, salto volentieri ogni dotta riflessione attinente alla filosofia politica. Mi limito più modestamente a fare una critica circa l’uso improprio di questa espressione, che ormai sta sostituendo ogni ragionamento di merito. Un mantra che ricorre ogni qual volta non si è in grado di capire quali siano i vincoli, i limiti e gli ostacoli al raggiungimento di un obiettivo. Lo spread sale e non capiamo le sue determinanti? Che ci frega, noi rivendichiamo il primato della politica sui mercati. Il sistema pensionistico non regge? Non è un problema, noi vogliamo andare in pensione prima e rivendichiamo il primato della politica sulla demografia e sulla matematica attuariale. Abbiamo sottoscritto degli accordi internazionali? Signori miei, sono carta straccia, quello che conta è il primato della politica. Per Buttafuoco combattere la povertà è solo una questione di volontà politica, tutti questi scienziati e ricercatori che studiano da secoli la produzione di ricchezza e la sua distribuzione hanno perso del gran tempo. D’altronde lo stesso Di Maio ha abolito la povertà con un atto di volontà politica. Il presidente del consiglio Conte ha invece affermato il nostro diritto alla crescita, una rivendicazione politica quindi di per sé sufficiente a generare la crescita. Se la politica ha il primato, allora un politico può operare incurante di tutte le problematiche e le ripercussioni dei suoi atti, persino le leggi della termodinamica saranno costrette a piegarsi, altrimenti che primato sarebbe?

di maio ministro del lavoro
Foto da: Twitter

Viene in mente il celeberrimo episodio del tumulto di San Martino raccontato dal Manzoni nei Promessi Sposi. Siamo nel ‘600, c’è una grave carestia ed il prezzo del grano diventa proibitivo. Di riflesso lo diventa anche quello del pane e i milanesi non riescono più a procurarsi cibo a sufficienza. Una situazione drammatica le cui cause sono di una drammatica semplicità. Il popolo però comincia a credere che si tratti di un complotto dei fornai, i quali nasconderebbero la farina per fare alzare il prezzo del pane. Come uscirne? Rivendicando il primato della politica sulla carestia ovviamente. Ecco che il governatore di Milano, Antonio Ferrer, ordina che il prezzo del pane debba essere fissato per legge ad un livello molto più basso. Spoiler per chi non avesse letto i Promessi Sposi: non funzionò. Tutti rivendicano il primato della politica quando non capiscono i termini di un problema, non solo Buttafuoco. Per esempio lo fa un giorno sì ed uno no Diego Fusaro, lo fa il consigliere anti vax del Lazio Barillari (che rivendica il primato della politica sulla scienza, come se la scienza producesse dei disegni di legge), lo fa Stefano Fassina di LEU. Quest’ultimo pochi giorni fa sottolineava che almeno con questo DEF la politica ritrovava il suo primato sull’economia. In sostanza chi non vuole o non è in grado di approfondire le questioni, o cerca di indicare facili soluzioni senza darsi la pena di argomentarle, ricorre al feticcio del primato della politica. Una formula magica che permette di infischiarsene di ogni questione tecnica, un appello al potere sconfinato della volontà sulla realtà delle cose, l’infantile “io voglio” del bambino che non riesce ad accettare che esistono dei limiti ai suoi desideri.

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