Bersani “stana” Giorgia Meloni: “Vuoi giurare sulla Costituzione italiana antifascista e riconoscere il 25 aprile?” | VIDEO

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-09-07

Ospite a DiMartedì, Pierluigi Bersani ha detto la sua in merito alla campagna elettorale in corso e al progressivo affermarsi della leadership della presidente di FdI Giorgia Meloni

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Ospite ieri da Giovanni Floris a DiMartedì su La7, l’ex segretario del Pd e oggi membro di Articolo 1 Pierluigi Bersani ha detto la sua in merito alla campagna elettorale in corso e al progressivo affermarsi della leadership della presidente di FdI Giorgia Meloni, in cima a tutti i sondaggi. Anzitutto, Bersani ha affermato di non candidarsi perché “c’è un tempo per tutto”.

Poi, di fronte a Floris che gli ha fatto notare che a guardare le proiezioni “ha già vinto la Meloni”, l’ex leader dei dem ha detto: “No, mo vedimm, aspettiamo un attimo. Io ci ho provato a spiegare, la destra è in vantaggio sì e lo è perché c’è un’ondata di destra? No, non c’è un’ondata di destra, è in vantaggio perchè l’altro campo è diviso, perché c’è gente che pensa ‘li abbiamo provati tutti, proviamo anche questa giovane Meloni’ e perché c’è un po’ un istitnto italiano a correre in soccorso del presunto vincitore. Sarà l’ultima settimana a dirci l’aria che tira davvero. Abbiamo uno scoramento generale. un 35-40% di persone che non sa se e per chi andrà a votare”.

 

Pierluigi Bersani a DiMartedì: “Chiedo a Meloni una presa d’atto, vuoi giurare sulla Costituzione italiana antifascista? Riconosci il 25 aprile”

In merito alla strategia che il Centrosinistra avrebbe dovuto adottare in vista delle elezioni, Bersani ha detto: “C’è stato un limite nell’ipotetico campo progressista, dopo il Conte 2 bisognava stringere i bulloni di quel campo lì sul piano programmatico e politico e presentarlo come una novità, un’alternativa. Non è stato utile prendere come unità di misura il Governo Draghi per la tenuta del campo di Centrosinistra, bisognava prendere come unità di misura quel che il Paese percepisce”.

Pierluigi Bersani è tornato poi a parlare di Giorgia Meloni, che secondo lui piace “perché è stata coerente, perché è una donna e perché ha freschezza”. “Dopodiché – prosegue l’ex segretario del Pd – non piace a tutti e anche a quelli a cui piace non sempre risulta convincente perché quando le scappa la frizione, gratta gratta, viene fuori un eccesso di destra aggressiva e questo credo che in Italia sia ancora molto difficile, dico per fortuna, da digerire”.

E quando gli è stato chiesto se un’eventuale vittoria della destra potrebbe mettere in pericolo la democrazia, Pierluigi Bersani ha replicato: “La democrazia in Italia non sta benissimo e non andrebbe a stare meglio con la destra. Però ci arriverebbe prima un  altro problema, quello dell’Italietta, perché noi non abbiamo una destra liberale, ma una destra corporativa, demagogica, regressiva sui diritti sociali e civili, ci schiererebbe fuori dai paesi fondatori dell’Europa. Questo è il punto”. “Anche un anno e mezzo fa la destra aveva queste percentuali – ha continuato Bersani – lì ci voleva l’impegno per costruire una proposta positiva, un’alternativa”.

A conclusione dell’intervento sulla leader di FdI, esprimendosi in merito alla durata di un’eventuale Governo Meloni al minuto 7 dell’intervista, Bersani ha detto: “Per me un Governo se viene eletto dai cittadini deve durare fino alle successive elezioni, punto, perché non possiamo trovarci sempre in situazioni di emergenza che ti fanno perdere tempo e lasciare i problemi come erano. Dico naturalmente che un Governo di destra mi preoccupa perché crea un’Italietta. Io non chiedo alla Meloni delle nuove parole, delle abiure. Io le chiedo una presa d’atto: vuoi giurare sulla Costituzione italiana antifascista? Riconosci il 25 aprile come in Francia riconoscono il 14 luglio e tiri una riga su tutti quelli che a destra non riconoscono il 25 aprile”.

 

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