Il piano dei grillini per duemila box auto sotto Quirinale e Castel Sant'Angelo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-11-14

Gli interventi previsti nel Piano urbano parcheggi (Pup) ereditato dall’amministrazione Veltroni e rimaneggiato da Alemanno che oggi approderanno in assemblea capitolina per il via libera definitivo

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Repubblica Roma racconta che oggi in Assemblea Capitolina approderà il Piano urbano parcheggi (Pup) ereditato dall’amministrazione Veltroni e rimaneggiato da Alemanno, dopo i ritocchi in Commissione Mobilità. Tra i progetti, fa sapere Giovanna Vitale, ci sono quello di sventrare il colle del Quirinale per ricavarci sotto 800 comodi box e scavare tre piani tra Castel Sant’Angelo e il Palazzaccio per 600 posti macchina interrati, oltre al multilevel a ridosso di piazza Barberini, dove già nel lontano 1985 la Soprintendenza segnalò la presenza di una villa romana.

Per questo oggi le associazioni e i comitati che da anni si battono contro gli scempi perpetrati in nome della lotta alle auto (da nascondere sottoterra, però, che per scoraggiarne l’uso c’è tempo) saranno in Campidoglio per urlare tutto il loro dissenso. «Se ce l’avessero detto nel dicembre 2012, quando abbiamo lanciato un presidio contro le delibere urbanistiche della giunta Alemanno, non ci avremmo creduto», spiega la presidente di “Carte in regola” Anna Maria Bianchi.
«Non avremmo creduto che dopo 5 anni, 3 amministrazioni di colore diverso e un commissariamento, sarebbero tornati in auge i Pup e quei box privati da costruire su terreno comunale, opere pubbliche a tutti gli effetti. E non avremmo creduto che saremmo tornati a protestare in Campidoglio per una delibera della giunta Raggi, contro il governo M5S, quello della legalità, della trasparenza e della partecipazione».

parcheggi quirinale castel sant'angelo
Tutte promesse disattese, secondo i cittadini. Che ora si sentono presi in giro:

Troppe le cose che non tornano, per i comitati. Sui progetti che la maggioranza grillina si appresta a ratificare, per esempio, non si sa se dovranno sottostare al nuovo Codice degli appalti; non è stata inoltrata alcuna richiesta di parere all’Anac sulle necessità di gare pubbliche; non si capisce che fine faranno quelli privi di Convenzione, che hanno ricevuto parere negativo degli uffici «e da più di un anno giacciono sul tavolo dell’assessora Meleo e del Segretariato», insiste la prof Bianchi.

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