Anche Berlusconi ha il suo piano B per il Quirinale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-20

Il leader di Forza Italia sta valutando l’alternativa a se stesso per il Colle

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Il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato e i partiti stanno trovando alternative a quei conti che non tornano. Nelle ultime settimane i vari leader, di centrodestra e di centrosinistra, si sono riuniti nel tentativo di trovare un nome comune da candidare – e votare – come nuovo Presidente della Repubblica. La quadratura del cerchio, però, sembra essere ancora lontana dall’essere disegnata. E ora, dopo averci creduto e sperato (anche con una serie infinita di telefonate) sembra che le speranze di chi voleva correre – più di tutti – verso il Colle si siano fermate. Ed è tempo di un piano B anche per Silvio Berlusconi.

Piano B Berlusconi, le mosse alternative a se stesso dell’ex Cavaliere

Dal centrosinistra allargato (Pd, LeU e MoVimento 5 Stelle) è arrivato un messaggio condiviso sull’unità d’intenti: i tre partiti, dunque, dovrebbero optare per un nome comune per il Quirinale. Mentre il centrodestra, dopo aver ostentato grande sicurezza attorno al nome di Berlusconi, sembra essersi arresto a quei numeri che non tornavano. E le tensioni sono forti. Sembra, infatti, essere ufficialmente saltato il vertice romano previsto per questa settimana, alla presenza del leader di Forza Italia – come padrone di casa, come accaduto la scorsa settimana -, Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Ed è qui che nasce il piano B Berlusconi: l’ex Cavaliere, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, è pronto al passo indietro, proponendo un nome molto noto che diventerà – anche per gli effetti sull’attuale esecutivo – il tormentone dei prossimi giorni.

Il Cavaliere coltiva la «tentazione» di diventare lui il vero kingmaker della partita per il Quirinale e tra sabato e domenica – se com’è probabile il bilancio della “campagna acquisti”sarà in rosso – il leader di Forza Italia potrebbe fare l’atteso passo indietro. E sarebbe orientato a proporre per il Colle non un esponente di centrodestra, come vorrebbe Salvini, ma Mario Draghi. Con l’obiettivo di risultare «centrale», di non frantumare il patto di unità nazionale alla base del governo guidato dall’ex presidente della Bce, scongiurando il rischio di elezioni anticipate.

Un nome e una figura, quella di Mario Draghi, che potrebbe convincere quasi tutti i partiti (anche se Berlusconi vorrebbe anche Gianni Letta come consigliere al Quirinale). Perché Enrico Letta (Partito Democratico), non si opporrebbe al passaggio del Presidente del Consiglio al Colle, così come Liberi e Uguali. Un discorso un po’ diverso per Lega e MoVimento 5 Stelle.

Come spiega il quotidiano La Repubblica, attualmente sia Matteo Salvini che Giuseppe Conte spingono per la permanenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi. Ma l’impossibilità di trovare un accordo comune potrebbe spingere i due leader di partito a non rimanere bloccati su questa posizione. E, non a caso, Tommaso Ciriaco parla delle mosse del Presidente del Consiglio che negli ultimi giorni ha dato il via a delle consultazioni interne per trovare – ovviamente tra i tecnici – la figura che potrebbe prendere il suo posto alla guida del governo. E i nomi sono sempre gli stessi: Vittorio Colao, Daniele Franco e Marta Cartabia. Ma oltre al piano B Berlusconi per il Colle, anche il numero uno di Palazzo Chigi sembra poter avere un paio di assi nella manica.

Nelle ultime ore è stata ipotizzata anche una soluzione completamente diversa: un esecutivo guidato dall’attuale capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) Elisabetta Belloni. Da registrare, inoltre, l’incontro avuto ieri dal premier con Filippo Patroni Griffi, presidente uscente del Consiglio di Stato, già ministro con Monti e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Enrico Letta.

Consultazioni e incontri che si sono moltiplicati nelle ultime ore. Segno che qualcosa sta bollendo in pentola. Ma anche voglia di non farsi trovare impreparati, attuando una strategia che – almeno a livello legislativo – manterrebbe in vita gli equilibri politici attuali.

(Foto IPP/Scaramuzzino)

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