Il conto ancora aperto tra Francesco Totti e Franco Baldini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-16

Mimmo Ferretti, giornalista del Messaggero sempre molto informato sulle vicende giallorosse, racconta in un retroscena pensieri e parole dell’ex campione del mondo

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Domani Francesco Totti saluterà la Roma dopo i due anni da dirigente assicuratigli da James Pallotta e la recente rottura causata dalle strategie societarie che hanno portato a scelte non gradite da parte dell’ex capitano. Mimmo Ferretti, giornalista del Messaggero sempre molto informato sulle vicende giallorosse, racconta in un retroscena pensieri e parole dell’ex campione del mondo:

Totti dice basta agli equivoci, alle parole non dette, ai compiti mai ricevuti; dice basta alle ambiguità di una società che ha un proprietario negli States e il dirigente più influente, più potente, a Londra, e neppure nell’organigramma ufficiale.

Chi oggi sostiene che Pallotta comunque gli ha offerto il ruolo di direttore tecnico, e che quindi sarà Totti ad andare via e non la Roma a cacciarlo, dimentica che al dirigente Francesco in due anni è stato concesso poco o niente; e che quel poco, è stato sempre subordinato al giudizio, alla verifica di Franco Baldini, il presidente ombra del club, l’anti Totti per eccellenza. Amatissimo e ascoltato da mister Jim come nessun altro.

franco baldini francesco totti

La tragedia di un dirigente che ha gestito tutte le scelte della Roma di James Pallotta senza vincere nulla e, soprattutto, con la responsabilità delle ultime decisioni, le più orribili della storia recente della Roma come quella di affidare l’incarico di direttore sportivo a Ramon Monchi, una specie di Re Mida all’incontrario (tutto quello che tocca diventa letame) che ha funestato il mercato della squadra, depauperato la rosa e messo in pericolo ulteriormente i conti della società, si è così compiuta nel suo ultimo atto dopo l’eclatante figura di merda della gestione del caso De Rossi, con tanto di pizzino finale.  Chiosa Ferretti:

James Pallotta (o forse è meglio dire Franco Baldini) è libero di ritenere Totti un pessimo dirigente ma, come accaduto nel caso dell’ultimo capitano Daniele De Rossi, scartato dal club, tutto dovrebbe avere un tempo e una modalità. E la massima sincerità, la massima trasparenza senza supercazzoledi alcun tipo. Oggi di tutto avrebbe avuto bisogno la Roma tranne che di un altro choc emotivo, ma quello che mister Jim non sa è che la Roma non è un’azienda di stampo americano all’interno della quale tutto è possibile sempre e comunque.

Se oggi, ad esempio,Pallotta rinfaccia a Totti di non sapere una parola di inglese, indispensabile per essere un manager di valore, resta da chiedersi quante parole di italiano conosca lui. Che non si fa vivo da queste parti da tredici mesi. Forse per questo chi è nato a Porta Metronia dopo essersi tolto la maglia della Roma adesso deve staccare la Lupa dalla giacca.

La storia di Totti dirigente nella Roma di Pallotta finisce qui. Non finisce invece la storia tra Totti e Baldini. Quello è un conto che rimarrà aperto fino a quando il campione del mondo non deciderà di regolarlo con il campione di golf.

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