Politica

Perché Marino è inciampato sugli scontrini

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-10-10

Repubblica svela un retroscena che spiegherebbe gli errori nei giustificativi

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Ignazio Marino non ha mai voluto entrare in questi giorni nel tema degli scontrini e dei giustificativi, ovvero spiegare perché i giustificativi che riportavano sue cene con esponenti istituzionali e della società civile poi smentite dai presunti presenti. Oggi Repubblica abbozza una spiegazione coinvolgendo la segreteria del primo cittadino, che ha compilato quei giustificativi relativi al 2013. Tutto parte da una modifica delle procedure: fino a che è stato sindaco Gianni Alemanno, una delle sue segretarie raccoglieva le ricevute, per poi accoppiarle ogni fine mese con le cifre dell’estratto conto inviato alla banca a cui è appoggiata la carta di credito comunale e con gli appuntamenti in agenda. Poi il capo di gabinetto vistava la documentazione e la inviava al cerimoniale.

Con il cambio di giunta, però, il nuovo capo dell’ufficio, Luigi Fucito, introduce i giustificativi: d’ora in avanti non sarà più il dirigente a “garantire” per il sindaco, ma lo stesso sindaco ad avvalorare le sue note spese. Il chirurgo dem si insedia a metà giugno di due anni fa. Ma per diversi mesi nessuno si occupa dei suoi scontrini. Col risultato che ricevute ed estratti conto si accumulano sulle scrivanie. Finché qualcuno non si accorge della dimenticanza, anche se non è chiaro quando. A quel punto scatta la corsa per mettere tutto a posto. Ma è passato del tempo. Tanto. La fonte non ricorda quanto di preciso, ma comunque mesi.
Non a caso le cene contestate portano la data del 2013. Gli uffici si affannano nell’incrocio tra fatture e agenda che costerà caro a Marino. Quando per esempio leggono che nel pomeriggio del 6 settembre ha ricevuto in Campidoglio l’ambasciatore del Vietnam, presumono che quella sera lo abbia invitato al ristorante. Ma certo non basta a spiegare, uno fra tanti, il convivo festivo del 26 dicembre. «Se però c’erano dubbi», conclude la fonte, «chiedevamo direttamente al sindaco. Non sempre però ricordava con chi fosse stato e perché».

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La tabella riepilogativa del Corriere della Sera sugli scontrini contestati a Ignazio Marino (8 ottobre 2015)


Le affermazioni della “fonte anonima” spiegano qualcosa, ma non giustificano molto. Perché prendendo per buona la spiegazione non si capisce in ogni caso perché Marino abbia avuto la meravigliosa idea di tirare fuori la carta di credito per il conto del ristorante in cui ha cenato con la moglie, in ogni caso. Quello non era un incontro istituzionale e il sindaco avrebbe dovuto saperlo. Così come, se erano “sbagliati” gli esponenti delle istituzioni o della società civile con cui il sindaco ha pranzato, dove sono quelli giusti? Infine: se i conti sono stati lasciati lì per tanto tempo senza essere ricontrollati, questa è ancora una volta una responsabilità del sindaco. Se i suoi collaboratori non hanno lavorato bene, la colpa è di chi li ha scelti. Ovvero, sempre Marino.

Leggi sull’argomento: La banda degli onesti che ha mandato a casa Marino

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