Cultura e scienze
Perché hanno sparato all'orsa Amarena a Bisegna
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2017-08-31
Per allontanare l’orsa dal centro abitato di Bisegna i guardiacaccia hanno sparato alcuni proiettili di gomma per spaventare l’animale e convincerlo a non frequentare il paese, Ma secondo l’ex sindaco si tratta di una “strategia fallimentare”
L’orsa Amarena del Parco Nazionale d’Abruzzo e Molise è tornata a fare “visita” ad un altro centro abitato. Questa volta a Bisegna (AQ) dove per dissuaderla dal frequentare il paese i guardiacaccia del Parco hanno le hanno sparato contro alcuni proiettili di gomma. Non è la prima volta che Amarena, uno degli orsi confidenti del PNALM viene sorpresa mentre si aggira tra le case. Il suo comportamento per il Parco rappresenta senza dubbio motivo d’attenzione ma fino ad ora né Amarena né gli altri orsi confidenti costituiscono un problema per la sicurezza.
Come gestire gli orsi che entrano nei paesi del Parco?
Ciò è dovuto ad una combinazioni di fattori peculiari della popolazione di plantigradi del Parco Nazionale, tra cui il fatto che la sottospecie di Amarena, l’orso bruno marsicano, è generalmente più mansueto di altre sottospecie di orso bruno. Ciononostante per l’orso è rischioso entrare in paese perché le sue visite, per quanto pacifiche, mettono a rischio la convivenza tra uomo e orso e di conseguenza la stessa sopravvivenza della specie. L’orso non dovrebbe avvicinarsi ai paesi e la popolazione (e i turisti) dovrebbero fare il possibile per disincentivare la presenza dell’orso. Perché un esemplare troppo abituato ad avere a che fare con gli umani è un esemplare che ha maggiori probabilità di entrare in conflitto con gli abitanti dei paesi.
«La struttura stessa di molti paesi in Appennino – spiega il Parco in una nota su Facebook – fatti di vicoli stretti e angusti, può determinare incontri ravvicinati e a sorpresa tra uomo e orso mettendolo facilmente alle “strette” (es. inseguimento da parte di cani o persone) e senza vie di fuga». È necessario quindi dissuadere l’orso, nel nostro caso l’orsa Amarena, dal frequentare i centri abitati. Perché l’aumento dei conflitti e dei danni causati dall’orso può portare a classificare l’animale come problematico e quindi costringere il PNALM a rimuoverlo dal Parco.
Incremento dei conflitti economici (danni) e sociali (disagio e paura), e rischio di dovere “rimuovere” l’orso a fini gestionali (es. mettere in cattività). Quindi, sottovalutando i rischi di avere un orso in paese, possiamo trovarci di fronte alla scelta “obbligata” di perdere un individuo e incidere sulla sopravvivenza di questa popolazione.
Da un punto di vista sociale la non accettazione e tolleranza da parte delle popolazioni è la causa che può maggiormente minacciare la sopravvivenza dell’orso e renderlo anche vittima di atti illegali. Questo fenomeno può acuirsi in maniera drammatica al di fuori delle aree protette, e soprattutto in aree di recente espansione, dove le persone non sono più abituate a convivere con l’orso da secoli.
Rimuovere l’orso non significa abbatterlo ma trasferirlo in una riserva protetta, come nel caso dell’orsa Yoga. Operazione che a tutti gli effetti nell’ottica della salvaguardia della specie è equivalente ad un abbattimento perché si toglierebbe l’orsa dal novero degli animali in grado di riprodursi.
Perché sono stati usati proiettili di gomma contro Amarena?
Lunedì sera, intorno alle 21:30 i guardiacaccia del Parco hanno adottato una delle tecniche di dissuasione utilizzate per convincere gli orsi confidenti a non avvicinarsi ai centri abitati. Sparando proiettili di gomma (ma anche facendo rumore e urlando) si prova a far capire ad Amarena che la sua presenza non è gradita e che soprattutto non è sicuro per lei frequentare il paese perché “di proprietà” di qualcun altro. Si tratta di una forma di condizionamento che mira a rendere per l’orsa “spiacevoli” le visite nei paesi del Parco senza dover ricorrere ad un uso eccessivo della forza.
Secondo l’ex sindaco di Bisegna Antonio Mercuri usare i proiettili di gomma è sbagliato. «Abbiamo capito – spiega Mercuri – che non è una strategia efficace, anzi è pericolosa, perché tutto è avvenuto alla presenza di persone: è stata un’anziana ad avvisare i guarda caccia che il primo proiettile non era andato a segno». Dei tre colpi sparati dai guardiacaccia solo due infatti hanno colpito l’animale, ma vale la pena ricordare che negli ultimi vent’anni non si sono registrate aggressioni all’uomo da parte dell’orso. Gli episodi di orsi morti per “cause umane” sono invece numerosi. Un altro errore è stato quello di cancellare l’ordinanza che stabiliva il divieto di sparare all’orso: «La mia ordinanza di divieto di sparare è stata cancellata dal commissario prefettizio [Giovanni Todini NdR]. E come volevasi dimostrare, dopo i colpi, il grande animale ha attraversato di corsa il centro, creando scompiglio e pericoli tra la gente». Il Parco ha inoltre previsto l’istituzione di un presidio con due guardiacaccia a Bisegna per monitorare l’orsa ed eventualmente intervenire per allontanarla. Il Parco sta studiando – in collaborazione con le autorità locali – nuovi metodi per rendere meno “appetibili” i centri abitati ed impegnato in una costante opera di informazione al fine di insegnare comportamenti a “prova di orso” per evitare danni a cose e persone.