Per ostacolare il ddl Zan mettono in mezzo anche “Ballando con le Stelle”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-06-10

No, non si tratta di post social ma di pensieri espressi durante alcune delle 70 audizioni volute dalla Lega in Senato per bloccare la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo già approvata dalla Camera lo scorso autunno

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Di fake news se ne sono lette molte negli ultimi mese. Tutte con un unico obiettivo: bloccare e affossare l’approvazione – da parte del Senato, dopo quella già avvenuta lo scorso autunno (in prima lettura) alla Camera dei deputati – del ddl Zan. La campagna della Lega per ostacolare l’iter parlamentare del disegno di legge, a oggi, si fregia anche di ben 70 audizioni a Palazzo Madama di personalità di ogni tipo. A far discutere – tra le tante – è una delle più recenti: quella del professore Alberto Contri che, nel tentativo di demonizzare il provvedimento contro l’omostransfobia, la misoginia e l’abilismo, tira in ballo la trasmissione “Ballando con le Stelle”.

Alberto Contri e l’audizione contro il ddl Zan citando “Ballando con le stelle”

Contri è una delle tante personalità scelte dal Carroccio per le innumerevoli audizioni organizzate al Senato nelle ultime settimane. E non si tratta di una persona qualunque, ma di un professore molto noto all’interno del mondo accademico italiano, grazie al suo ruolo di professore di “Comunicazione sociale” alla IULM. Nel corso del suo intervento in collegamento con Palazzo Madama è riuscito nell’impresa di citare una nota trasmissione in onda – da anni – sulla Rai: “Nonostante il il 95.5% delle famiglie italiane sia eterosessuale, nella giuria di Ballando con le Stelle c’è una sovrarappresentazione di gay nella giuria”. Cosa c’entra questo dato numerico – privo di qualsiasi significato – parlando di una legge che ha come obiettivo (come si legge nel testo approvato alla Camera) quello di combattere l’odio omotransfobico? Mistero.

Ma questa citazione “televisiva” è solo la punta dell’iceberg della prestazione di Alberto Contri in audizione.

La regolarità. Come se fosse un campionato di calcio, una partita di tennis o di pallavolo. Questo è il bassissimo livello delle tesi sostenute dagli invitati della Lega per bloccare il ddl Zan. Citazioni sparse e a caso, figlie di un’ideologia che – spesso e volentieri, come in questo caso – cita anche la fede e la religione. Il tutto senza mai affrontare quel che è scritto veramente nel testo del disegno di legge.

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