Se il PD va nella nuova sede di via della Lega Lombarda…
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-03-12
Si tratterebbe del complesso “Città del sole”, nome che è tutto un programma, come la strada dove sorgeva l’ex deposito Atac accanto alla stazione Tiburtina
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Una nuova sede in un quartiere semi-periferico. Nicola Zingaretti, appena eletto segretario del Partito Democratico, ha lanciato l’idea dell’addio al Nazareno, “sporcato” dal Patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi e anche troppo costoso (600mila euro l’anno) come affitto. L’idea alternativa è quella di spostarsi sulla Tiburtina, in un luogo che però ha qualche problema dal punto di vista mediatico. Spiega oggi Giovanna Vitale su Repubblica:
Si tratterebbe del complesso “Città del sole”, nome che è tutto un programma, come la strada dove sorgeva l’ex deposito Atac accanto alla stazione Tiburtina, demolito e ricostruito grazie a un poderoso intervento di rigenerazione urbana (lo stesso che serve al partito): via della Lega Lombarda, intitolata all’alleanza militare tra alcuni comuni del Nord stretta a Pontida nel Medioevo. Un trasloco che sa di rinascita dopo la stagione delle sconfitte renziane e anche un po’ di sberleffo ai danni del leader padano, quel Matteo Salvini primo obiettivo dell’opposizione al governo gialloverde.
![pd città del sole lega lombarda](https://static.nexilia.it/nextquotidiano/2019/03/pd-città-del-sole-lega-lombarda.jpg?imwidth=828&imdensity=1)
Una scelta dettata anche dalla tempistica, mai tanto propizia. Il 30 giugno scade infatti il quindicennale contratto stipulato nel 2004 dall’allora tesoriere della Margherita Luigi Lusi: nel 2010, dopo la fusione coi Ds, i 3.400 metri quadri di uffici in via Sant’Andrea delle Fratte vennero subaffittati ai dem per 600mila euro l’anno. Troppi soldi e una eredità scomoda da lasciarsi per sempre alle spalle. Inclusa la “guerra dei cacciavite”, a lungo si narra combattuta intorno alla targa Dl-Margherita: sparita dall’ingresso principale senza preavviso, poi riapparsa e di nuovo scomparsa, a riprova della difficile coabitazione tra i due gemelli diversi del centrosinistra.
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