Patrick Hutchinson: la storia dietro la foto del militante che salva il razzista

di Mario Neri

Pubblicato il 2020-06-15

E’ stato lui su Instagram, a dire «sono io quell’uomo» della foto simbolo che ieri mattina inizia a fare il giro della Rete: un uomo nero con jeans e maglietta che salva la vita a un bianco di destra, caricandoselo sulle spalle, dopo averlo tirato fuori da una rissa davanti alla stazione di Waterloo tra hooligan, manifestanti di destra e altre decine di antirazzisti

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Patrick Hutchinson, che di mestiere fa il personal trainer, sabato sera ha salvato la vita a un manifestante di estrema destra secondo i testimoni, che era in strada due giorni fa a Londra “in difesa dei monumenti e dei valori britannici” in risposta alle proteste di “Black Lives Matter” la settimana prima e ha rischiato di essere linciato dai manifestanti della fazione opposta. Repubblica racconta oggi che è stato lui su Instagram, a dire «sono io quell’uomo» della foto simbolo che ieri mattina inizia a fare il giro della Rete: un uomo nero con jeans e maglietta che salva la vita a un bianco di destra, caricandoselo sulle spalle, dopo averlo tirato fuori da una rissa davanti alla stazione di Waterloo tra hooligan, manifestanti di destra e altre decine di antirazzisti.

«Ma non sono un eroe, mi hanno aiutato anche altre persone», racconta Hutchinson a Channel 4. «È stato un attimo, non ti rendi conto di quanto sia pericoloso. Ho visto quell’uomo in grossa difficoltà, allora mi sono buttato a terra anch’io e, sotto calci e pugni, ho provato a tirarlo fuori da lì, proteggendolo con il mio corpo. Per fortuna altre persone mi hanno fatto scudo. Non sono un eroe. È stato un lavoro di squadra. E io voglio solo uguaglianza. Per me, i miei figli, i miei nipoti».

È l’immagine che potrebbe riconciliare Londra e il Regno Unito spaccati dalle proteste e dalle polemiche degli ultimi giorni, travolgenti anche qui dopo l’uccisione di George Floyd in America. È un’immagine di pietas e di compassione postmoderna che infonde speranza e fiducia nonostante le lacerazioni razziali e le ferite sociali riapertesi oltremanica dopo le manifestazioni del movimento Black Lives Matter due weekend fa, gli scontri, lo sfregio alla statua di Churchill, vergata da un giovane manifestante con “era razzista” fino alla vergognosa contromanifestazione di hooligan e xenofobi dell’altro ieri: scazzottate con la polizia, giornalisti picchiati (tra cui l’italiano Corrado Amitrano) e l’oltraggio della targa a Keith Palmer, poliziotto ucciso dall’Isis nel 2017 a Westminster, che un dimostrante (poi arrestato) ha usato come orinatoio.

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