Il papà della ragazza di Campobello di Mazara ha cambiato idea. E lei lo difende

Categorie: Fatti

Intimidazioni, pressioni, richiesta di ritrattare. Ecco cosa c'è dietro la storia del padre della ragazza violentata a Campobello di Mazara che ha difeso gli arrestati. Ma ora le cose sono cambiate

La vicenda del padre della ragazza di Campobello di Mazara che ha denunciato uno stupro di gruppo e che ha difeso i presunti violentatori ha scosso tutti. Ora emergono nuovi particolari



Il papà della ragazza di Campobello di Mazara ha cambiato idea. E lei lo difende

Il giorno dopo la violenza, l’8 febbraio, la ragazza si era presentata ai Carabinieri per denunciare tutto. E proprio in quell’occasione i quattro, poi arrestati, sono andati a casa di lei. Hanno preso il padre e lo hanno portato in caserma, dove lui ha difeso la loro versione dei fatti smentendo la figlia: “Mia figlia si è inventata tutto, era ubriaca,
questi sono dei bravi ragazzi”. La dinamica di questo episodio non è casuale tanto che, come scrive Repubblica

Una dichiarazione che il giudice Riccardo Alcamo ha voluto fissare all’inizio del provvedimento di arresto, perché fosse chiaro qual è il clima che si respira attorno a questa brutta storia, nel cuore della provincia di Trapani. Innanzitutto, c’è la paura. Il padre, convocato dai carabinieri, ha ammesso che i quattro avevano bussato a casa sua: «Hanno detto che mia figlia aveva bevuto e che i lividi se li era fatti quando loro avevano tentato di rimetterla in auto». Non ha aggiunto altro, ma ha fatto capire di avere subito pressioni.



Non è stata l’unica intimidazione che ha dovuto subire la ragazza e la sua famiglia: “Noi siamo amici, che stai facendo? Ritratta”, le ha scritto uno dei quattro su Instagram. Il clima che c’è dietro è quello che la mamma della diciottenne ha raccontato ai Carabinieri: “Io ho paura, temo ripercussioni da parte di due ragazzi in particolare del gruppo, non hanno una buona fama. A Campobello, ci sono troppi atteggiamenti mafiosi, bruciano macchine, ci sono persone poco istruite. Voglio andare via da questo paese”. Vale ancora di più il coraggio di questa giovane, che si è battuta denunciando nonostante gli ostacoli e anche una cultura ostile. I genitori non ritenevano opportuno che uscisse con tre ragazzi. Ma lei ha continuato a ribadire con loro: “Lo volete capire che non potevano comportarsi cosi? Mi hanno violentata, se io dico no e grido non mi devono toccare”. Non è stato inutile. Il papà, spiega il procuratore Pantaleo, “Dopo un primo momento, ha mostrato piena solidarietà alla figlia e ha collaborato per l’accertamento dei fatti”. E la figlia in un messaggio Facebook lo difende: “Quando è andato dai carabinieri
non sapeva bene i fatti. Io ero in ospedale, lui ha chiamato tutti per capire cos’era successo”