Fatti
«Pallotta peggio di Lotito»
neXtQuotidiano 17/04/2015
Dopo i «fucking idiots», la tifoseria della Roma organizza una protesta contro il presidente della società. E sotto l'”incidente” dello striscione si nascondono ostilità che durano da anni. Finora messe a tacere dai risultati. E che adesso non aspettavano altro che tornare a galla
James Pallotta si è infilato in un bel guaio. Il presidente della Roma ha deciso di non fare ricorso per la squalifica della Curva Sud comminata dal giudice sportivo dopo gli striscioni che offendevano la madre di Ciro Esposito, Antonella Leardi, e, com’era comprensibile, la scelta non poteva che scatenare la rabbia dei tifosi, tra chi si è sentito offeso per il “fucking idiots” che il proprietario della società giallorossa ha pronunciato all’indirizzo di chi ha esposto le scritte e chi, da abbonato “innocente”, si trova nell’impossibilità di vedere la partita nel suo settore. Com’era prevedibile, però, la protesta è andata subito a saldarsi con quella parte di tifoseria e di opinione pubblica a mezzo radio che contesta già la società dal momento del suo insediamento. E allora ecco che cominciano ad arrivare anche i paragoni come quello con Claudio Lotito, vinto – a sorpresa – dal numero uno biancoceleste: «L’unica cosa che accomuna Lotito e Pallotta è la distanza anni luce che hanno dai propri tifosi. Anche se c’è da dire che il primo almeno non gestisce la società da migliaia di chilometri di distanza, e lo scontro con la sua tifoseria (ora attenuatosi) lo ha sempre fatto sul campo, mettendoci la faccia, non dal telefono di casa (a Boston) o attraverso un profilo Twitter. E per questo ha dovuto girare per Roma (e ancora lo fa) con la scorta della polizia. A favore di Pallotta c’è da dire che a differenza del suo collega non si è mai comprato, o tentato di comprare, una partita. Questo glielo riconosciamo.
Il problema è che non ci meritiamo ne Lotito e ne Pallotta. È questa la vera verità».
«PALLOTTA COME LOTITO»
E che il clima della città sia cambiato, dopo la penuria di risultati della squadra e il sorpasso dei biancocelesti, lo si evince anche da un articolo del Messaggero che oggi raccontava cosa pensano alcuni anchormen del tifo giallorosso in radio dell’umore della città nei confronti del presidente.
«Al di là del dispiacere per le divisioni,i tifosi rimproverano a Pallotta di essere distaccato rispetto alla realtà: non si è calato nella realtà della Roma come avrebbe dovuto», spiega Max Leggeri, una delle figure di spicco di Centro Suono Sport. Dalla redazione di Radio Radio, invece, Ilario Di Giovambattista esprime una certa preoccupazione. «Credo che Pallotta abbia sbagliato i tempi e soprattutto i modi della sua reazione. Avrebbe reagito così se non ci fosse stata la squalifica? Credo che si potessero esprimere gli stessi concetti evitando di esasperare i toni». Drastico Patrick vom Bruck, la voce del pomeriggio di Rete Sport, ancora colpito dallo striscione apparso al centro dalla curva Sud durante la gara tra la Roma e il Napoli.
«Un tifo, un’immagine rovinati da pochi, perché lo striscione potrebbero averlo fatto due persone». Per completare il giro della manopola, ecco Tele Radio Stereo: «Le dichiarazioni di Pallotta mi sono piaciute, lui ha carattere, non ha paura di fare a sportellate. La tifoseria la vedos paccata al 50%, la parte più estrema ce l’ha con il presidente, la restante è d’accordo», racconta lo speaker e radiocronista Gabriele Ziantoni. Insomma, a stringere, dal mondo radiofonico emerge netta una sensazione di scollamento del tifo rispetto a Pallotta e, quindi, di spaccatura tra i romanisti.
«FUCKING IDIOTS»
D’altronde i «fucking idiots» avevano già risposto al presidente Pallotta nei giorni precedenti. Ma in occasione della partita con l’Atalanta, con cui la Roma torna a giocarsi il secondo posto e la supremazia cittadina mentre la Lazio va a Torino contro la Juventus la Curva Sud prepara una vera e propria contestazione. “Domenica ore 13.00 tutti allo stadio fuori ai baretti per far sentire la nostra voce! Chiunque non si sentisse un fottuto idiota sarà il ben accetto! Avanti Curva Sud“, il contenuto del messaggio firmato “Gli Ultras della Roma“ e inviato a siti internet e giornali. “Negli ultimi mesi un gruppo, un piccolo gruppo di tifosi, ha chiamato i giocatori sotto la curva e gli ha detto che non meritano la maglia della Roma. Ho visto questo durante partita contro la Fiorentina, è stata una piccola minoranza ma è sempre la stessa merda”, ha invece continuato Pallotta ingaggiando una battaglia che a memoria d’uomo pochi presidenti hanno vinto, a Roma come altrove: quella contro il tifo organizzato. L’americano è stato coraggioso a muoversi nel momento in cui i risultati sembrano dargli torto, dopo l’anno e mezzo culminato con il secondo posto. E in effetti è proprio qui il punto: i malumori di una parte della tifoseria in questi anni sono sempre esistiti, ed è impossibile vincerli senza avere i risultati. Dietro le accuse di questi giorni ci sono le ostilità di una parte del tifo giallorosso che rimprovera al presidente alla luce del sole di voler fare solo business con lo stadio a Roma, senza cercare di competere. Sotto sotto, però, c’è anche l’ostilità verso una presidenza che, a differenza dell’era Sensi, non ha mai cercato sponde nei mass media per rimediare il consenso dei tifosi, e anzi, con l’operazione Roma Radio si è messa addirittura in concorrenza diretta con tutti i microfoni calcistici della Capitale. E’ la partita più difficile della carriera di Pallotta dirigente a Roma. Vincerla sarà difficile, già giocarla dimostra coraggio. Al limite dell’incoscienza, visti i precedenti.