La “legittima resistenza armata” ucraina riconosciuta (finalmente) da Pagliarulo

di Chiara Capuani

Pubblicato il 2022-04-23

Durante il suo intervento a Bari in occasione dell’evento per il 77esimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, il presidente nazionale Anpi ha condannato fermamente l’invasione russa in Ucraina.

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“Tutto è nato dall’invasione russa, moralmente e giuridicamente da condannare e condannata, senza se e senza ma, a cui hanno fatto e stanno facendo seguito uno scempio di umanità e di vita del popolo ucraino e una legittima resistenza armata”. Si è espresso così il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, durante il suo intervento a Bari, sul palco del teatro Kursaal Santalucia, in occasione dell’evento organizzato per il 77esimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

La “legittima resistenza armata” ucraina riconosciuta (finalmente) da Pagliarulo

Pagliarulo, le cui posizioni avevano fatto discutere nei giorni scorsi, sembra aver cessato i distinguo tra la resistenza ucraina e quella italiana, riconoscendo la feroce aggressione russa nei confronti del popolo ucraino e sottolineando quanto il punto vero, al momento, sia ricercare “una pace vera e duratura”. Durante il suo intervento, il presidente nazionale Anpi ha poi aggiunto:

“Pur nelle opinioni diverse, è necessario e urgente operare insieme, unitariamente, affinché si apra la possibilità di un negoziato, si riaccenda la scintilla della speranza, si esca dal vicolo cieco in cui sembra piombata l’Ucraina e l’intera Europa, a partire dalla immediata cessazione dei bombardamenti e dal ritiro delle truppe di occupazione”.

“L’utopia non è ciò che non si potrà realizzare, ma ciò che non è stato ancora realizzato. Si può fare, se si è uniti nella diversità, se prevale la politica, se suonano più alte le parole della vita sulle parole della morte”, ha poi concluso. Pagliarulo era stato subissato di critiche prima per aver chiesto una commissione d’inchiesta internazionale per scoprire cosa fosse accaduto davvero a Butcha – sollevando, dunque, dubbi sul massacro nella città ucraina – poi per i vecchi post condivisi nel 2014 su Facebook dove definiva Kiev un “regime nazistoide”.

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