Opinioni

Il Luna Park giggioleghista del debito pubblico: dall’ottovolante al tiro al bersaglio

di Fabio Scacciavillani

Pubblicato il 2018-08-11

Ieri sui terminali Bloomberg di tutto il mondo è apparso un articolo a firma di John Ainger dal titolo leggermente provocatorio “Potete fare un giro sull’ottovolante, oppure tenervi i titoli del debito italiano”. Per gli avanzi di meet up e i celtici con le corna lustre al raduno di Pontida, l’accostamento al Luna Park potrebbe costituire […]

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Ieri sui terminali Bloomberg di tutto il mondo è apparso un articolo a firma di John Ainger dal titolo leggermente provocatorio “Potete fare un giro sull’ottovolante, oppure tenervi i titoli del debito italiano”. Per gli avanzi di meet up e i celtici con le corna lustre al raduno di Pontida, l’accostamento al Luna Park potrebbe costituire motivo di orgoglio dato il loro sostrato culturale. Ma le centinaia di migliaia di persone che sulla scrivania hanno un terminale Bloomberg difficilmente saranno preda dell’ilarità. Perché i loro polpastrelli non si muovono sulla tastiera multicolore solo per acquisire informazioni e dati, ma soprattutto per trattare titoli e valute di tutti i tipi.

Polpastrelli che iniziano a prudere allorché leggono di un Ministro del Tesoro italiano, che si produce in acrobatici salti mortali per rassicurare i creditori, sbeffeggiato e smentito dopo poche ore da un miracolato della politica, spacciatosi per statista. Anzi, tanto per non lasciare dubbi sul disprezzo per la realtà e gli sforzi di Tria, l’autorevole ministro precisa che il governo gialloverde vuole giocare duro con l’Unione Europea per strappare concessioni sul bilancio. Certamente l’elettore medio grillino è convinto che “strappare concessioni” alla Ue sia la stessa cosa che strappare al nonno pensionato altri 10 euro sulla paghetta mensile da bamboccione. Ma in realtà anche se la Ue si facesse intimidire dagli psiconani al governo, aumentarebbero solo i debiti. Di duro in questa partita c’è solo il comprendonio dei furbastri: i nuovi debiti li pagherebbero di tasca propria i contribuenti italiani, non gli esecrati tecnocrati di Bruxelles.

Ma, non contento del rosario di castronerie sparate ai pennivendoli di regime (sdraiati per pietire un posto in Rai), il Vice Casaleggio ha aggiunto a La7 che vorrebbe abolire il vincolo di pareggio nel bilancio inserito in Costituzione. Il quoziente di intelligenza per partorire una simile affermazione rivaleggia con le cifre da prefisso telefonico internazionale. Specialmente in un momento in cui i fondi internazionali si liberano di Bot e Btp come fossero materassi del lazzaretto e le banche italiane (imbottite di titoli pubblici) vedono i coefficienti di vigilanza asciugarsi come le pozzanghere sull’asfalto nelle giornate di solleone.

ottovolante bloomberg governo

I mercati, infatti, non sono creature fantastiche come il Minotauro nella mitologia greca, ma comprendono gente in carne e ossa, pagata in primo luogo per non farsi fottere da politicanti di mezza tacca. Ad esempio gli economisti che controllano l’affidabilità delle politiche fiscali, da diversi giorni stanno mostrando il pollice verso all’Italia. SBC ha già rivisto al rialzo il tasso di interesse sui titoli pubblici a dieci anni da 2,4% a 2,7%, ma ha avvertito che sbalzi giornalieri di 100 punti base sono “possibili”. Tradotto: allacciate le cinture e stringete forte perché le turbolenze saranno brutali.

Bank of America, appena dopo aver organizzato un incontro (andato male e finito peggio) dei maggiori clienti con il Sen. Prof. Pres. Gran. Uff. Bagnai (quello che ha fatto carriera politica inneggiando al ritorno alla lira), ha avvertito che lo spread con i titoli tedeschi è di fatto imprevedibile e potrebbe oscillare tra 170 e 400 punti base a seconda del rigore o delle asinate contenute nella legge di bilancio. Al momento nessuno si azzarda a fare previsioni, vista la ridda di dichiarazioni dei dilettanti allo sbaraglio nel caravanserraglio.

Ma probabilmente non occorrerà aspettare la legge di bilancio per spalancare la porta ad una deriva turco-venezuelana: come ricorda la banca francese Société Générale fra pochi giorni arriveranno i giudizi delle agenzie di rating. Fitch, che assegna al debito pubblico italiano BBB (appena due tacche sopra il livello spazzatura), pubblicherà il nuovo giudizio il 31 agosto. Moody’s, che assegna un Baa2 (anche in questo caso a due gradini dal junk) con aspettative negative, emetterà il suo verdetto il 7 settembre. In vista di queste scadenze Société Générale ha consigliato ai clienti di non esporsi a rischi inutili e di vendere le posizioni in titoli italiani. Insomma al Luna Park giggioleghista è solo questione di tempo: i riparmiatori si stancheranno dell’ottovolante e cominceranno a dedicarsi al tirassegno con grossi calibri. Non basterà un orsacchiotto di peluche con le sembianze di Savona a farli desistere.

Fabio Scacciavillani dopo aver conseguito il Ph.D. in Economia all’Università di Chicago (dove è stato assistente del Premio Nobel Merton Miller), ha lavorato al Fondo Monetario Internazionale, alla Banca Centrale Europea (nel periodo pioneristico dell’unione monetaria), a Goldman Sachs, al Centro Finanziario Internazionale di Dubai e in Confindustria. Attualmente è il Capo della Strategia del fondo sovrano dell’Oman che gestisce i proventi delle esportazioni petrolifere del Sultanato. Nelle pubblicazioni e nell’attività professionale si è concentrato su tassi di cambio, politica monetaria, riforme strutturali e mercati finanziari. E’ ospite fisso su Bloomberg TV ed editorialista del Fatto Quotidiano. Ha scritto “Tremonti: Il Timoniere del Titanic” con Giampiero Castellotti e “The New Economics of Sovereign Wealtyh Funds” con Massimiliano Castelli.

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