L’ordinanza del sindaco leghista di Terni che per combattere la prostituzione decide cosa le donne possono indossare

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-10-28

Dopo anni di battaglie civili per la parità di genere, il sindaco leghista proibisce vestiti corti alle donne per combattere la prostituzione: dopo il ddl zan ecco come si torna ad inizio dello scorso millennio

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Non un grande momento storico per il nostro paese: dopo il capitolo vergognoso del Ddl Zan, è il turno di Terni dove le donne non potranno più indossare gonne corte o abiti succinti per sconfiggere la prostituzione. L’idea è venuta all’amministrazione del comune umbro, guidata dal primo cittadino leghista Leonardo Latini.

L’ordinanza che annuncia le misure di contrasto alla prostituzione dispone che in alcune zone della città, tutte quelle condotte che richiamano alla prostituzione saranno sanzionate con 500euro. Ora varrebbe però la pena capire cosa si intende per “comportamenti diretti in modo non equivoco ad offrire prestazioni sessuali a pagamento”. Secondo l’ordinanza “La violazione si concretizza con lo stazionamento e/o l’appostamento della persona e/o l’adescamento di clienti e l’intrattenersi con essi e/o con qualsiasi altro atteggiamento o modalità comportamentali – e fin qui andrebbe tutto bene, salvo poi continuare a leggere che è – compreso l’abbigliamento, che possano ingenerare la convinzione che la stessa stia esercitando la prostituzione”.

L’ordinanza del sindaco leghista di Terni che per combattere la prostituzione decide cosa le donne possono indossare

Un concetto quello dell’abbigliamento che si ritrova anche nei due commi successivi, come se si desse per scontato che abiti corti, scollati o velati siano sufficienti ad indicare che una donna sia una prostituta. Concetti che fanno un po’ 1200, ad essere buoni. Il perchè di tutto questo? E’ presto detto e la risposta si trova all’interno della stessa ordinanza, “la prostituzione su strada, per la diffusione del fenomeno in alcune aree, pregiudica il decoro e la vivibilità urbana nonchè le condizioni di vita dei cittadini, costituendo fonte di degrado urbano ed insicurezza – si legge nel documento ufficiale – come testimoniato dalla pluralità di segnalazioni, denunce ed esposti tesi a evidenziare la insostenibilità della convivenza col fenomeno”.

E dunque cosa meglio di un provvedimento che mette alla gogna le donne? Un’ordinanza che ci riporta ai (brutti) tempi andati e che, con grande serenità, cancella anni di lotte e parità di genere in un comune che guarda caso è guidato dal partito più retrogrado del Paese.

Noi che ci siamo interessati possiamo rispondere ad Andrea Delogu: sì, purtroppo è proprio come leggi.  A Terni, fino al gennaio 2022, sarà vietato in alcune zone della città indossare vestiti che non siano consoni al decoro leghista.

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