Opinioni
Oltre la normale inefficienza: storia di una banale richiesta di un certificato penale a Venezia
di Aldo Mariconda
Pubblicato il 2020-08-09
Parlare d’inefficienza è usuale da parte dei cittadini e di mass media, ma vi sono dei casi estremi che il cittadino normalmente non conosce. Volevo avere un certificato del casellario giudiziale ai fini della iscrizione ad una lista elettorale comunale. Vedo nel sito web della Procura di Venezia che bisogna prenotare, ma non ci sono numeri […]
Parlare d’inefficienza è usuale da parte dei cittadini e di mass media, ma vi sono dei casi estremi che il cittadino normalmente non conosce. Volevo avere un certificato del casellario giudiziale ai fini della iscrizione ad una lista elettorale comunale.
- Vedo nel sito web della Procura di Venezia che bisogna prenotare, ma non ci sono numeri telefonici né indirizzi e-mail. Amici mi dicono di usare 2 numeri. Ho tentato più volte invano, trovandone alternativamente uno sempre occupato, l’altro che suonava a vuoto senza risposta
- Sento che è possibile andare lo stesso al Tribunale Penale di P.le Roma: arrivo alle 10,15, 8 persone in coda fuori dell’ingresso. Bontà del Tribunale, fanno entrare uno con prenotazione (chissà come è riuscito a farla), e uno senza. Conseguenza: slittano in avanti gli appuntamenti e chi li ha deve aspettare perché altri entrano prima al suo posto. Vi era chi ha lasciato temporaneamente il lavoro, persino una signora che era arrivata apposta da Arezzo. Sulla porta vi è un cartello: orario di apertura 9,00 – 11,00. Ma alle 10,30 arriva una telefonata dal casellario: entrino ancora 2 persone e gli altri tornino il giorno dopo.
- Vedo nel sito web una voce che mi illude: Servimatica: scegli il tipo di utenza, Avvocato o Privato. Ma segue: Collega il tuo kit di firma digitale per accedere al portale. Rinunzio, sono un cittadino qualsiasi e non ho (almeno ancora) la firma digitale. Torno a piedi il giorno dopo, alle 9,00 per non essere cacciato di nuovo alle 10,30. Trovo una avvocatessa in attesa, con prenotazione. Le chiedo come ha fatto a ottenerla. Semplice come avvocato, avendo accesso al web con l’opzione avvocato. Ma, non è che in tal modo segua tutta una procedura telematica. L’accesso serve solo per prenotarsi. Poi si fa la coda.
Infine, se tutto va bene, il modulo compilato è quello giusto, si hanno le marche da bollo comprate prima fisicamente dal tabaccaio, il certificato viene rilasciato dopo alcuni giorni. O lo si ritira personalmente, oppure lo inviano per posta, non elettronica o PEC ma ordinaria, ma lo sconsigliano: tempi lunghi! Se va bene, non venendo da lontano, uno perde minimo due o tre mattine per fare una banale operazione che la telematica consentirebbe facilmente, se vi fosse un indirizzo cui rivolgersi, i pagamenti delle marche e di altri corrispettivi potesse essere virtuale. No, per il Tribunale penale la PEC non esiste! E non si sente altro che parlare di “smart working”!
Dico di più, se vi fosse una connessione tra Tribunale e Comune, quest’ultimo potrebbe ricevere le liste e con un rapido controllo un impiegato sarebbe in condizione di verificare se un candidato ha dei precedenti penali.
Esterrefatto, chiedo all’avvocatessa in coda come mai tutto questo, perché l’Ordine degli Avvocati non protesta. Non è opportuno, ci si inimica i magistrati, non serve perché la politica non s’interessa a questi problemi, a suo dire perché l’efficienza comporterebbe uno snellimento degli organici e ai politici interessa solo il voto. Obietto: ma se il Paese fosse più efficiente, qualcuno dall’interno o dall’estero investirebbe di più. Non siamo un Paese attraente per chi fa impresa e, se anche si perdesse qualche posto di lavoro pubblico, lo si recupererebbe ampiamente nel privato, uscendo da una stagnazione (ante COVID 19) che si trascina da oltre 21 anni (V. IMF, OECD, Commissione DEU, ecc.).
Miopia quindi, a 360°, perché questo non è causa di uno o di un altro partito, perché almeno dal 1994 hanno governato tutti, verdi, bianchi, rossi, moderati o no, ecc.; è ignoranza dei politici e dei burocrati dei ministeri, miopia o cos’altro? Autorevoli opinionisti scrivono che i politici italiani non sanno valutare la ricaduta organizzativa dei provvedimenti. Il casellario dipende dalla Procura, ma il magistrato fa un lavoro tipicamente individuale e non è detto abbia capacità manageriali come un ottimo docente universitario non è necessariamente altrettanto valido nel ruolo di Rettore.
Preferisco segnalare il tutto rinunziando a candidarmi, per una lista che non cito perché il problema è generale e non voglio offrire vantaggi o svantaggi a nessuno.