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Non solo apologia di fascismo: la pizzeria di Camaiore è la festa dei no Green Pass e della scarsa pulizia | VIDEO
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2021-10-20
Immagini che sono state pubblicate sul web mostrano lo stato dell’arte: clienti che attaccano la certificazione verde e pizzaioli che utilizzano un pennello in maniera, diciamo, non consona
Un museo del fascismo racchiuso in una pizzeria a Camaiore. Dai busti del duce, ai canti e cori contro le donne e gli stranieri. Il tutto è unito da un altro filo comune che si riflette su temi di strettissima attualità. Perché “Il Mulino” non è solo il regno dell’apologia di Mussolini e del suo regime, ma è anche un piccolo regno dve i “No Green Pass” esultano. Forse perché non sanno bene cosa stanno mangiando, visto un video (che risale al 2016) in cui si vede un uomo – presentato come il pizzaiolo del locale – intento a utilizzare un pennello (sembra essere quello per rimuovere la cenere dal forno a legna) in modo poco consono. Per usare un eufemismo.
Pizzeria Camaiore, non solo fascismo ma anche No Green Pass e “scarsa” pulizia
Nel filmato si vede un uomo che viene presentato come l’uomo che si occupa della realizzazione e della cottura delle pizze (pietanza principale servita nella Pizzeria Camaiore “Il Mulino”). Non si capisce esattamente quali versi e parole stia pronunciando a mo’ di canzoncina, né quale sia il motivo che lo abbia spinto a passare le setole di quel pennello all’altezza della sua zona pubica, calandosi anche parzialmente pantaloni e mutande. Ma oltre a tutto ciò c’è anche altro. Perché se queste immagini risalgono a cinque anni fa, altre sono di più stretta attualità.
Utilizzando un gergo tipico del dialetto toscano, questo utente parla della certificazione verde. Era il 9 agosto, quando il Green Pass serviva per accedere all’interno dei ristoranti per cenare (o pranzare) al chiuso. La novità era entrata in vigore da poco e questa è stata la reazione. Insomma, alla Pizzeria fascista di Camaiore (in provincia di Lucca) non c’è spazio solamente per un “museo” dei nostalgici di Benito Mussolini, ma anche per quello spaccato della società moderna che ama parlare di “dittatura sanitaria”. Ma esaltando il duce.