Non è stato Papa Francesco a chiedere l’intervento del Vaticano sul ddl Zan

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-06-23

Oggi Mario Draghi sarà in Parlamento e, come confermato ieri a margine dell’incontro con Ursula von der Leyen, parlerà anche di tutto ciò. Le tensioni, dopo quella nota verbale dalla Segreteria di Stato vaticana sono evidenti

article-post

La nota della discordia. Quanto inviato dalla Segreteria di Stato del Vaticano alla Farnesina non ha provocato tensioni e divisioni solamente a livello politico. Anche all’interno della segrete stanze di San Pietro e dintorni, le polemiche (seppur espresse in modo più silenzioso) non stanno mancando. Mentre la politica italiana attende la replica ufficiale di Mario Draghi che ieri, a margine dell’incontro di Cinecittà con Ursula von der Leyen, ha rimandato le risposte sul caso alla seduta odierna in Parlamento, lo Stato pontificio palesa fratture interne con Papa Francesco spettatore innervosito.

Papa Francesco non ha chiesto l’intervento del Vaticano sul ddl Zan

Perché se da un lato è vero che durante il viaggio Juarez-Roma del 2016 il pontefice, interrogato sul ddl sulle unioni civili, rispose con un canonico “Io non mi immischio”, dall’altro è evidente come l’aver demandato alla Cei i rapporti con lo Stato italiano su temi di carattere nazionale abbia provocato questa differenza espressione di vedute e di modalità di comunicazione. Non a caso, infatti, il Vaticano è sempre stato diviso fin (come da tradizione) fin dalla nomina di Bergoglio: da una parte il gruppo dei più rigoristi-tradizionalista (di cui fa parte anche l’arcivescovo Paul Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati), dall’altra l’ala bergogliana dei riformisti.

E questo ha provocato irritazione e imbarazzo anche tra chi segue da vicino Papa Francesco. Come riporta il quotidiano la Repubblica, anche tra i prelati più conservatori non sono mancate critiche. Non tanto per quanto richiesto alla Farnesina sul ddl Zan, ma per le modalità di comunicazione:

“Un conto è ricordare ciò che la dottrina della Chiesa pensa sia giusto, un altro è fare uscite del genere che mostrano una pochezza di strategia e una debole comprensione del tessuto italiano. Cosa pensavano di ottenere? L’effetto, purtroppo, temo possa essere un’accelerazione del ddl Zan senza che venga lasciato a tutti il tempo necessario per riflettere”.

Insomma, critiche sì e richiesta di approfondimenti. Ma il modo in cui è stata posta la questione (come il riferimento al Concordato e ai Patti Lateranensi) ha provocato l’ennesima rottura all’interno di un Vaticano sempre più fratturato al suo interno. E oggi Mario Draghi dovrà dare delle risposte per non rimanere in bilico sulla questione. Perché se è vero che l’iter di approvazione della legge non riguarda il governo ma il Parlamento, la Segreteria di Stato pontificia ha inviato quella comunicazione direttamente al Ministero degli Esteri. L’esecutivo, dunque, è stato chiamato in causa e ora dovrà rispondere.

(foto IPP/zumapress)

Potrebbe interessarti anche