Nominiamo Toto Cutugno Ambasciatore della Cultura Italiana?

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-10-20

Finito il convegno ho fatto il turista per la città di NurSultan. Molte le cose si notano immediatamente . Popolo giovane, fiero e convinto che il futuro sarà migliore. Forse il simbolo di cosa sia questo popolo è una giovane ragazza che ho incontrato a pranzo: ha conseguito da poco il dottorato in matematica, ha …

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Finito il convegno ho fatto il turista per la città di NurSultan. Molte le cose si notano immediatamente . Popolo giovane, fiero e convinto che il futuro sarà migliore. Forse il simbolo di cosa sia questo popolo è una giovane ragazza che ho incontrato a pranzo: ha conseguito da poco il dottorato in matematica, ha già tre figli ed è esperta di sambo (una specie di ju jitsu russo). Con giovani così e chi li ferma? Mancano di un vero passato, per cui cercano di ritrovarlo in antichi reperti. Nella grande moschea c’è un Corano del 1100, nel museo un’armatura d’oro di un antico guerriero (mi è venuto in mente l’episodio dell’Iliade quando si parla dell’armatura d’oro di Glauco). La città di Astana (adesso chiamata NurSultan dal nome del vecchio Presidente) ha una parte vecchia costruita in era sovietica non molto interessante. Ho visitato, ad esempio, un centro commerciale enorme ma strutturato come lo erano i centri commerciali 30 anni fa in Italia. Quando con l’indipendenza dall’URSS il Kazakhstan guadagnò l’indipendenza, la capitale fu trasferita da Almaty ad Astana. E per celebrare la forza del nuovo paese fu costruita una parte nuova e sfavillante. Molti i contributi di famosi archistar. Ma l’edificio da vedere sicuramente è l’albero della vita (Bayterek) progettato da Foster (si dice che si sia ispirata a questa costruzione l’albero della vita dell’Expò di Milano). Si ispira a una leggenda popolare che parla di un albero della vita con le radici negli inferi, i rami nel paradiso e il tronco nel mondo terreno. Fra i suoi rami un uccello chiamato Samruk depone ogni anno un uovo (il Sole). Ogni anno il Sole viene inghiottito dal drago Aydahar. Ora questa leggenda poteva nascere solo nel Kazakhstan. Son da 4 giorni qui e non ho visto il sole se non in fugacissimi momenti. Solo nubi trasportate da venti vigorosi. Cielo sempre buio e scuro. Sembra proprio che qualche essere sovrannaturale si sia inghiottito il sole…

E’ molto interessante salire sulla Bayterek Tower. La struttura superiore è a forma d’uovo e il vento la fa oscillare. Sembra di essere su una nave e alcuni visitatori soffrono perfino il mal di mare.. In cima c’è un calco della mano del vecchio Presidente. Si dice che se uno mette la sua mano nel calco ed esprime un desiderio, questo possa essere esaudito..mah. Dall’alto dei suoi 100 metri uno vede tutta la città. Interessante vedere la struttura urbanistica che richiama i Champ Elysee di Parigi, con tanto di pseudo arco di trionfo, ma ancora più interessante è notare che al di là dei grattacieli inizia subito la grande steppa, senza una periferia che faccia da intercapedine. Pare una di quelle città fantastiche descritte da Calvino. Altro aspetto caratteristico è il (non) servizio taxi.

Ci sono pochissimi taxi ufficiali. Uno se vuole un passaggio fa cenno con la mano e si ferma una macchina di un cittadino qualunque che vuole arrotondare un po’ lo stipendio. Uno dice l’indirizzo dove vuole andare e contratta il prezzo. Peccato che pochi kazaki conoscano l’Inglese per cui uno straniero ha forti difficoltà a muoversi… Fortuna che Uber sia arrivato anche ad Astana. Infine noi Italiani siamo popolarissimi. Oggi al centro commerciale una commessa ha chiesto di fare una foto a me e ad un altro Italiano…per i Kazaki, gli Italiani sono veri animali esotici da immortalare. L’opinione altissima di noi Italiani è anche dovuta alla musica melodica. Tutti conoscono Toto Cutugno. Tutti sanno cantare “Un Italiano vero”. Secondo me, se fossimo furbi, nomineremmo Toto Cutugno ambasciatore della cultura Italiana e gli organizzeremmo un tour fra tutte questi paesi emergenti (il Kazakhstan sarà ricchissimo nei prossimi decenni), approfittando dell’evento per siglare ricchi accordi commerciali. Se fossimo furbi…

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