Nino De Gaetano: l'assessore regionale PD in Calabria arrestato per peculato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-06-26

Inchiesta per peculato sui fondi del consiglio regionale: 3 consiglieri ai domiciliari, 5 con il divieto di dimora. Secondo le accuse avrebbero presentato doppie documentazioni per giustificare le spese

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I finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il locale tribunale, hanno eseguito 3 ordinanze di custodia cautelare degli arresti domiciliari, 5 ordinanze di divieto di dimora nei confronti di altrettanti Consiglieri Regionali della nona consiliatura della Regione Calabria (quella precedente a quella attuale) e il sequestro per equivalente di beni per complessivi 2,5 milioni di euro nei confronti di 27 indagati. Chiesto anche l’arresto del senatore NCD Giovanni Bilardi.
 
NINO DE GAETANO: L’ASSESSORE PD IN CALABRIA ARRESTATO PER PECULATO
Gli investigatori hanno spiegato che le indagini, effettuate anche a mezzo intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari, hanno consentito di individuare diverse discrasie tra le movimentazioni ed i saldi in conto corrente dei gruppi Consiliari regionali degli anni 2010/2011/2012 e quanto documentato mediante le presentazioni del rendiconto annuale, “celando il corretto impiego istituzionale per cui i fondi pubblici erano stati destinati”. In alcuni casi è stata riscontrata anche la presentazione di una doppia documentazione di spese al fine di ottenere dall’Ente Regionale un doppio rimborso.  C’è anche l’assessore regionale in carica Nino De Gaetano (Pd), fra i destinatari delle misure restrittive emesse oggi dalla Procura della repubblica di Reggio Calabria ed eseguite dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta sulla gestione dei fondi.  De Gaetano era finito al centro di un caso quando l’ex ministro degli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta rifiutò di entrare nella giunta guidata da dal governatore Pd Mario Oliverio, proprio per la presenza dell’assessore oggi finito ai domiciliari, citato in un’informativa della Polizia di Stato nell’ambito di un’inchiesta su un presunto caso di voto di scambio alle regionali 2010, ma mai indagato. Nel rinunciare all’incarico Lanzetta spiegò: “Non ci sono le condizioni di chiarezza sulla posizione dell’assessore Nino De Gaetano”. In quell’occasione anche da Palazzo Chigi arrivò un messaggio analogo al presidente della Regione: fu l’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio a sottolineare l’esigenza di avere in giunta “la certezza di profili senza ombre di dubbi”. Nino De Gaetano aveva risposto alle accuse in questione in questa intervista:

L’OPERAZIONE ERGA OMNES
In particolare le indagini, effettuate anche a mezzo intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari, hanno consentito di individuare diverse discrasie tra le movimentazioni e i saldi in conto corrente dei Gruppi consiliari regionali degli anni 2010, 2011 e 2012 e quanto documentato mediante le presentazioni del rendiconto annuale, celando il corretto impiego istituzionale per cui i fondi pubblici erano stati destinati.  In alcuni casi è stata riscontrata anche la presentazione di una doppia documentazione di spese al fine di ottenere dall’ente regionale un doppio rimborso. I consiglieri devono rispondere dei reati di peculato e falso. Raccontava Repubblica qualche tempo fa:

i finanzieri indagando sui falsi rimborsi hanno trovato di tutto, dal biglietto per assistere a uno spettacolo di “lap dance” al biglietto del “Gratta e Vinci”, dai “santini” da mille e 200 euro, ai viaggi ingiustificati all’estero e in Italia. Trasferte singole, di coppia e persino di gruppo, visto che un rappresentante del parlamento calabrese aveva affittato un pullman a Chianciano. Prezzo rimborsato 3.700 euro tondi. Una città che piace molto ai politici del sud. Tanto è vero che tra le fatture di un gruppo sarebbero stati rinvenuti numerosi rimborsi per soggiorni in quella località, a volte di sole poche notti, ma sempre in alberghi di livello.

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