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È morto Michele Ammendola, il ristoratore sociale simbolo dell’antimafia

neXtQuotidiano 09/01/2022

Aveva dato lavoro ai più fragili nella sua pizzeria a Bologna. Il sindaco: “Tu si na cosa grande”

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Simbolo dell’anti-mafia e da sempre impegnato nel sociale, si è spento all’età di 45 anni Michele Ammendola. Di origini napoletane, Michele si era trasferito a Bologna dove gestiva la Pizzeria-Etica “Porta Pazienza”, che aveva dato lavoro a persone fragili.

È morto Michele Ammendola, il ristoratore sociale simbolo dell’antimafia

Ammendola è morto a causa di un infarto. Avrebbe compiuto 46 anni tra pochi giorni, il prossimo 17 gennaio. Sui social, e non solo, il dolore di chi lo aveva incontrato e apprezzato per il suo impegno nel sociale. Viene ricordato in queste ore come il “pizzaiolo anti-mafia”.

Era socio dell’Angsa (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) e sosteneva le attività di Libera, l’associazione anti-mafia fondata da don Luigi Ciotti, con il circolo Arci del Pilastro. I prodotti utilizzati nel suo ristorante venivano dalle terre confiscate alle mafie. Neanche il lockdown aveva fermato il suo impegno, aveva infatti fatto partire una raccolta fondi per acquistare un food truck e permettere così ai dipendenti di lavorare anche nelle fasi più dure della crisi.

A esprimere il proprio dolore per la morte di Ammendola anche il sindaco di Bologna, Matteo Lepore. “Che brutto scherzo ci hai fatto Michele. Tu che ogni giorno pubblicavi le foto dei tuoi bimbi. Tu che mi hai bombardato con il tuo carisma e i tuoi fritti anti camorra, anti violenza, anti fascismo. Tu che mi hai aperto il cuore in un giorno di primavera quando tutta l’Italia era chiusa per la pandemia. Mi hai buttato giù dal letto perché dovevamo assolutamente aprire un giardino per chi era più fragile e in casa non ci poteva stare. Dovevamo aggiustare l’altalena, tagliare l’erba e dirlo al mondo che non si doveva avere paura della solidarietà anche nei momenti più bui. Tu che ci hai convinto che era possibile. Che l’autismo è la sfida. La nostra sfida. Tu che hai fondato una cooperativa sociale, creato lavoro, combattuto la mafia. Tu si una cosa grande Miche’!”, ha scritto Lepore sulla sua pagina Facebook.

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