Il mese dell’educazione finanziaria

di Massimo Scolari

Pubblicato il 2018-10-01

Da lunedì fino alla fine di ottobre saranno più di 200 gli appuntamenti su tutto il territorio nazionale (tutte le iniziative sono pubblicate sul portale quellocheconta.gov.it) coordinati dal Comitato italiano per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria sotto la direzione della Prof.ssa Anna Maria Lusardi, docente alla George Washington University. Il Comitato …

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Da lunedì fino alla fine di ottobre saranno più di 200 gli appuntamenti su tutto il territorio nazionale (tutte le iniziative sono pubblicate sul portale quellocheconta.gov.it) coordinati dal Comitato italiano per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria sotto la direzione della Prof.ssa Anna Maria Lusardi, docente alla George Washington University. Il Comitato è costituito dal Mef, di concerto con i ministeri dell’Istruzione, dello Sviluppo economico e ne fanno parte Bankitalia, Consob, Ivass, Covip, Ocf ed Adusbef. Il mese dedicato all’educazione finanziaria inizia con una conferenza internazionale in Banca d’Italia e con gli appuntamenti della Wiw, la settimana europea dell’Investitore a cura di Iosco e Consob (dal 2 all’8); il ciclo delle iniziative continua con gli eventi organizzati da associazioni, cooperative, organizzazioni dei consumatori, nelle grandi città e nei piccoli comuni, e dedicati a tutti, dai bambini in età prescolare, agli studenti, famiglie, piccoli imprenditori, pensionati, fino al mondo accademico.


Il livello di partenza è parecchio basso: l’Italia infatti è al momento all’ultimo posto tra i paesi del G7 ed il livello di conoscenze in materia finanziaria è del tutto insufficiente se paragonato con gli standard degli altri paesi dell’area Ocse. “Nel nostro Paese – ha affermato Anna Maria Lusardi – solo il 37% degli over 15 ha chiari i concetti base di inflazione, tasso di interesse e diversificazione del rischio – mentre in Canada, Germania e Stati Uniti la percentuale veleggia ben oltre il 60%. Il livello degli italiani è inferiore anche a quello dei russi e dei sudafricani”.
L’iniziativa del Comitato ha il merito di porre in evidenza e di affrontare con decisione il grave gap di conoscenze in materia finanziaria dei risparmiatori e investitori italiani. Numerose iniziative, portate avanti in passato da intermediari, banche e associazioni, si erano rivelate insoddisfacenti e poco utili al fine di diffondere una maggiore cultura finanziaria. La principale carenza era dovuta alla metodologia impiegata nei corsi di alfabetizzazione finanziaria, nei quali si dava un eccessivo risalto alla spiegazione degli strumenti e prodotti finanziari con un linguaggio spesso troppo tecnico.

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È ormai opinione diffusa che si debbano invece tralasciare il trasferimento di nozioni tipiche del mondo degli investimenti puntando invece all’educazione di tipo comportamentale che, più consona alle reali esigenze delle famiglie, con ogni probabilità può sortire maggiori risultati in termine di protezione dei risparmiatori e investitori. Come avviene nel campo della salute e della prevenzione medica, non ha senso informare i cittadini riguardo alle caratteristiche dei prodotti farmaceutici mentre risulta assai più efficace educare i pazienti a sani stili di vita e dietetici. Oltre i comportamenti ci sono i diritti dei risparmiatori ed investitori. I recenti scandali che hanno portato ad ingenti perdite da parte di migliaia di risparmiatori, che avevano investito in obbligazioni bancarie subordinate, hanno posto in evidenza una mancanza di informazione sui diritti e le protezioni alle quali gli investitori possono accedere utilizzando gli strumenti legali già oggi in vigore.

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