Meloni e l’ironia fuori luogo su violenza di genere, immigrazione e radicalismo religioso

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-10

Ospite di Mario Giordano per la presentazione del suo libro, Giorgia Meloni ha parlato di “morra cinese” della sinistra che resta “incartata” tra violenza di genere, immigrazione e radicalismo religioso

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Sasso, la violenza sulle donne. Carta, gli immigrati. Forbici, il fondamentalismo islamico. È un gioco macabro e umiliante quello messo in atto da Giorgia Meloni per strumentalizzare la cronaca nera e attaccare “la sinistra”, citata sempre in blocco con un’espressione che sembra – se non lo è – priva di senso. In diretta tv da Rapallo, intervistata da Mario Giordano per presentare il suo libro “Io sono Giorgia”, la leader di Fratelli d’Italia si è lasciata andare in un attacco generico nel quale è riuscita, in tre minuti netti, a inserire il ddl Zan, la legge Orban, la Figc, l’immigrazione e l’educazione sessuale.

Meloni e Giordano su stupri e omicidi

Meloni ha immaginato un cortocircuito della “sinistra”, capace – secondo lei – di “incartarsi” quando si tratta di condannare una violenza (ad esempio su una donna) se a farla è stato un immigrato. “Nella morra cinese della sinistra quindi immigrato batte donna violentata”, ha detto, vedendosi rispondere da Giordano “e anche donna uccisa, come nel caso di Saman”. Detto che il Partito democratico, a differenza di altre formazioni politiche in cui le discussioni interne non sono ammesse e l’unica voce ascoltata è quella del leader, aveva avviato un dibattito sulla mancata presa di posizione per quanto riguarda il delitto di Novellara, il segretario dem Enrico Letta aveva comunque fatto sentire la sua voce, parlando di “regole del nostro Paese che vanno fatte rispettare a chiunque si trovi in Italia”.

L’attacco alla Figc, ma era la Lega Serie A

Poi il discorso è virato rapidamente sulla Figc (anche questa di sinistra?), che avrebbe messo “le bandiere arcobaleno sul suo sito europeo, ma non su quello arabo”. Meloni fa un po’ confusione, riferendosi al logo del profilo Twitter della Lega Serie A, in versione solidale con il movimento LGBTQI+ sui portali europei ma non su quello seguito in Arabia Saudita. Non è chiaro però questo cosa c’entri con la sinistra e con la violenza sulle donne.

La legge Orban tradotta e non compresa

Il calderone si completa poi con la Legge Orban, che la leader di Fratelli d’Italia dichiara di aver letto dopo essersela fatta tradurre. “Dice che non si può fare propaganda gender nelle scuole se la fanno associazioni che non sono riconosciute dal sistema educativo ungherese”, spiega Meloni. Probabilmente la traduzione era soltanto parziale, visto che la leader omette la parte in cui la legge sostiene che “è proibito mettere a disposizione di chi ha meno di 18 anni qualsiasi contenuto pornografico o contenuto che rappresenta la sessualità fine a se stessa, o promuove o raffigura deviazioni dall’identità di genere, intesa come il sesso alla nascita, la riassegnazione di genere, o l’omosessualità”, di fatto paragonando – senza motivo – pornografia e omosessualità. Oppure la sezione 9 in cui il testo pone restrizioni ai media sui temi “capaci di condizionare negativamente lo sviluppo fisico, mentale e morale dei minori”. Una censura preventiva, che la rete ungherese Rtl Klub ha ipotizzato potrebbe colpire anche film come Il diario di Bridget Jones, Harry Potter e Billy Elliot. Materie sulle quali sarebbe meglio informarsi di più e giocare di meno, con buona pace del “sasso, carta, forbici”.

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