Come Meloni e Berlusconi vogliono imbrigliare Salvini per la manifestazione del 4 luglio a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-01

La manifestazione del 4 luglio che il centrodestra sta preparando a Roma non sarà come quella del 2 giugno. O almeno questo è ciò che auspicano Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, che vorrebbero imbrigliare Matteo Salvini

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La manifestazione del 4 luglio che il centrodestra sta preparando a Roma non sarà come quella del 2 giugno. O almeno questo è ciò che auspicano Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, che vorrebbero imbrigliare Matteo Salvini. Spiega oggi Il Fatto Quotidiano:

Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni hanno chiesto garanzie precise. Regole ferree. Per imbrigliare, per quanto è possibile, Matteo Salvini. Ed evitare in tutti i modi che si ripeta ciò che è andato in scena il 2 Giugno scorso, con il leader della Lega a far da mattatore, una Meloni assai innervosita e un Tajani che, appena è stato possibile, si è defilato, quasi senza salutare. Con un collage di assembramenti tipo movidadel sabato sera e mascherine abbassate come le tengono i ragazzi: immagini che hanno fatto il giro del mondo e non hanno fatto bene, quel giorno, alla politica italiana. Si era, infatti, da poco usciti dal lockdown e Salvini aveva una voglia irrefrenabile di riabbracciare la piazza, la sua piazza, dopo le settimane di astinenza imposte dall ’emergenza coronavirus. Con i sondaggi sempre più in discesa che il Capitano imputa proprio al distanziamento sociale. “Vedrete quando si potrà tornare in piazza e incontrare le persone…”, il suo mantra in tutto questo periodo.

Così, per questa nuova occasione, la manifestazione di sabato prossimo 4 luglio, FI e FdI hanno preteso delle regole d’ingaggio strettissime, altrimenti tutto poteva andare anche a monte e forse Berlusconi non si sarebbe nemmeno troppo dispiaciuto. Quindi, per “Insieme per l’Italia del Lavoro”, questo il nome scelto per la kermesse, la location è sempre la stessa, piazza del Popolo, ma con direttive stringenti: 4.500 persone al massimo (4.200 è il numero chiesto dalla Prefettura), con un unico ingresso da via del Corso e uscita da piazzale Flaminio. Ingressi contingentati con conta-persone e misurazione della temperatura, tutti con la mascherina e, inoltre, nessun simbolo di partito. “Vogliamo attenerci alle regole, perché il tema è serio e non vogliamo che vi siano polemiche. Devono essere i contenuti a emergere”, spiega Roberto Calderoli, che ieri ha partecipato a un vertice per stabilire i termini dell’organizzazione
con Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa.

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COSÌ, PER DIRE, non ci saranno nemmeno pullman della Lega in discesa dal Nord, ma Salvini si affiderà alle forze del movimento di Roma e Lazio. I tre partiti, in teoria, dovranno dividersi le presenze: circa 1.500 persone a testa. Sarà così? Chissà…

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