L’ex presidente russo Dmitry Medvedev attacca: “Farò di tutto per fare sparire chi è contro la Russia”

di Clarissa Cancelli

Pubblicato il 2022-06-07

“Sono bastardi e imbranati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia”. Così l’attuale capo del Consiglio di Sicurezza della Federazione russa su Telegram

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“Sono bastardi e imbranati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire”. Si può dire che non abbia usato mezzi termini Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente della Federazione, per definire (su Telegram) chi è contro il suo Paese, per esempio l’Occidente. Se in questi giorni si sono susseguiti gli inviti al dialogo come strumento per arrivare alla pace in Ucraina, l’ex presidente sembra non avere lasciato scampo a chi la pensa diversamente. A cominciare dall’Unione europea che ha recentemente raggiunto l’accordo sul sesto pacchetto di sanzioni. “Gli imbecilli europei nel loro zelo hanno dimostrato ancora una volta di considerare i propri cittadini, i propri affari come nemici non meno dei russi”, ha dichiarato Medvedev, secondo il quale “non c’è modo di abbandonare immediatamente il nostro petrolio. Ora gli europei dovranno setacciare il mondo alla ricerca di materie prime della stessa qualità. In tal modo, dovranno affrontare una carenza di alcuni tipi di carburante, come il diesel, necessario per i camion e le attrezzature agricole. E sanno che dovranno inoltre trovare schemi ‘grigi’ per ottenere le nostre materie prime e in qualche modo pagarle, aggirando le loro stesse idiote sanzioni”.

Luigi Di Maio sulle parole di Dmitry Medvedev

Una posizione che lasciato increduli anche i politici italiani. Tra questi, il ministro degli Esteri Luigi di Maio, che è prontamente intervenuto (a parole) sulla questione: “Gravissime e pericolose le affermazioni di Medvedev. Sono parole inaccettabili, che ci preoccupano fortemente anche perché arrivano dal vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo. Non è un segnale di dialogo, non è un’apertura verso un cessate il fuoco, non è un tentativo di ritrovare la pace, ma sono parole inequivocabili di minaccia verso chi sta cercando con insistenza la pace”, ha scritto il ministro.

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