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La storia di Maximiliano Cinieri, detenuto con la SLA a cui sono stati negati gli arresti domiciliari
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2022-04-07
Nonostante le perizie di 4 medici che hanno valutato le condizioni del 45enne non compatibili con il carcere, il tribunale di Asti ha rigettato la richiesta di scarcerazione
Ci sono le perizie di quattro differenti medici. Professionalità differenti, persone differenti. Ma tutti e quattro hanno dato la stessa identica valutazione: le condizioni di salute di Maximiliano Cinieri non sono compatibili con il carcere. L’uomo, 45 anni, è affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) e questa patologia neurodegenerativa gli provoca, tra i tanti effetti, anche serie difficoltà nella deglutizione. È in carcere, ad Alessandria, dal 2021 di estorsione e usura nell’Astigiano. Ma, nonostante il parere dei medici, il Tribunale della città piemontese ha rigettato tutte le richieste di trasferimento agli arresti domiciliari.
Maximiliano Cinieri, il detenuto con la SLA a cui non danni i domiciliari
Le condizioni di salute di Cinieri sono state valutate da quattro medici che lavorano in Piemonte: il primario del reparto di Neurologia dell’ospedale di Alessandria, uno specialista del Cresla (Centro Regionale esperto per la sclerosi laterale amiotrofica) di Torino, il medico della casa circondariale di Alessandria in cui è rinchiuso e il neurologo incaricato dalla famiglia. Ma per il Tribunale deve rimanere in carcere. La figlia del 45enne ha raccontato al quotidiano La Nuova Provincia le condizioni di salute del padre:
“Gli hanno dovuto affiancare un compagno di cella che gli fa da accompagnatore perché non riesce neppure a vestirsi da solo. Ma è giustificabile tutta questa disumanità? Se fosse a casa ce ne occuperemmo noi, potremmo nutrirlo e curarlo a dovere, anche con cure sperimentali e la fisioterapia necessaria per consentirgli di mantenere un po’ più a lungo le funzionalità. Cose che in carcere non vengono fatte”.
Perché l’evoluzione della SLA segue paletti, purtroppo, ben definiti. Si tratta di una malattia neurodegenerativa progressiva che, con il passare del tempo, porta alla paralisi dei muscoli volontari. E, nell’escalation dei sintomi e degli effetti, questo provoca inevitabilmente anche problemi di tipo respiratorio.
E secondo il medico perito incaricato dalla famiglia di Maximiliano Cinieri, l’uomo è affetto dalla forma più severa di SLA, quella neurodegenerativa del I e II motoneurone di tipo midollare e bulbare, che – come spiega l’avvocato della famiglia al quotidiano La Repubblica, è la più grave e fulminante. L’evoluzione di questo tipo di Sclerosi laterale amiotrofica, dunque, è molto più rapida rispetto alle altre. E, di fatti, il 45enne ha già seri problemi e limiti di mobilità, oltre a quelli di deglutizione. Per questo non può ingerire liquidi e anche l’acqua viene assunta sotto forma di gel.
Una patologia che si somma ad altre già riscontrate sul fisico dell’uomo. Ma neanche quelle quattro perizie mediche hanno convinto i giudici del tribunale di Asti a optare non per la scarcerazione definitiva, ma per gli arresti domiciliari. Per il momento, dunque, Maximiliano Cinieri dovrà rimanere in prigione dove sta scontando la sua pena a 8 anni per estorsione e usura.
(foto ipp- clemente marmorino)