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Maria Cristina Fontana: Report e gli incarichi della figlia del governatore per gli ospedali in Lombardia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-10-15

La figlia di Fontana, contattata da Report non ha voluto fornire spiegazioni. A una domanda dell’inviato ha risposto: “Senta, lei non ha nessuna autorità, per cui io non le devo nessuna spiegazione e le chiedo gentilmente se mi lascia lavorare, cosa che magari lei non sa cosa voglia dire”. Ieri invece ha spiegato di aver replicato con una mail e che “nel 2019 gli incarichi si sono notevolmente ridotti e nel 2020 ho sospeso la mia collaborazione proprio perché dava fastidio il mio cognome”

Maria Cristina Fontana, figlia del governatore della Lombardia, avrebbe svolto numerose consulenze per l’Asst Nord Milano, l’azienda sanitaria locale che raggruppa gli Ospedali di Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo: è la nuova inchiesta che Report manderà in onda lunedì prossimo e che spiega che nel 2018 risulterebbero 5 consulenze legali e altre 3 nel 2019, anno in cui Maria Cristina Fontana svolse una consulenza anche per l’Ospedale Sacco di Milano. Secondo l’inchiesta di in piena emergenza Covid, nell’aprile 2020, la dirigenza dell’Asst Nord Milano ha esteso l’ambito in cui Maria Cristina può svolgere consulenze anche al settore fallimentare e della ‘medical malpractice’.

Maria Cristina Fontana: la storia degli incarichi della figlia del governatore per gli ospedali in Lombardia

A quanto risulta da documenti recuperati da Report, per le consulenze che si riferiscono all’anno 2019 accanto al nome di Maria Cristina Fontana è stato specificato che non ci sono conflitti di interesse da dichiarare. Spiega il Fatto:

Alla metà del 2018 la figlia di Fontana è titolare dello studio dopo che il padre, eletto governatore, si è dimesso. A oggi, va detto subito, la vicenda non ha rilievo penale. Resta invece il rilievo politico e di trasparenza. Tra il 6 e il 20 settembre 2018, con Fontana presidente, l’area affari legali dell’Asst Milano nord affida all’avvocato Maria Cristina Fontana due incarichi professionali. Il primo inizia il 6 settembre e viene pagato 6.383 euro. Il secondo è del 20 settembre. Stessa voce: incarico professionale, ma nessun riferimento al costo che, si comprende dall’atto , viene pagato da una delle compagnie assicurative dell’ospedale.

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Maria Cristina Fontana sotto la direzione di Visconti ottiene una consulenza dal Sacco. Il documento è del 31 gennaio 2019. Nell ’oggetto si legge: “Costituzione nel giudizio promosso inanzi al tribunale di Milano (…) e conferimento dell ’incarico a difesa dell’ente all’avvo -cato Maria Cristina Fontana”. Costo della consulenza pagata dal Sacco: 5.836 euro. Cifra che sommata alla precedente del 2018 porta a un totale di 12.246 euro pagati da due ospedali pubblici alla figlia del governatore, il quale decide sulle nomine dei direttori generali. Dal Sacco si torna all’Asst Milano nord, è il 29 aprile scorso

La figlia di Fontana, contattata da Report non ha voluto fornire spiegazioni. Una prima volta alla domanda dell’inviato “Queste sue consulenze si intensificano proprio nel momento in cui suo padre diventa presidente della Regione Lombardia dal 2018” la figlia di Fontana ha risposto “Questa è un’affermazione molto grave e molto falsa, per cui se la ripete assumerà le responsabilità”. Successivamente quando il giornalista le ha chiesto “Ma come mai nel pieno dell’emergenza Covid le è stato ampliato l’ambito in cui può fare consulenze per l’ASST Nord Milano”, Maria Grazia Fontana ha replicato “Senta, lei non ha nessuna autorità, per cui io non le devo nessuna spiegazione e le chiedo gentilmente se mi lascia lavorare, cosa che magari lei non sa cosa voglia dire”. La figlia del governatore però, dopo l’anticipazione dell’inchiesta ha ritenuto che Report avesse abbastanza autorità per replicare con una mail: “Non ho mai svolto consulenze. Tutt’al piu’ ho svolto incarichi di difesa giudiziale su mandato della compagnia assicuratrice” dell’Asst Nord Milano. L’avvocato Maria Cristina Fontanafiglia del governatore lombardo Attilio, ribatte all’inchiesta di Report, secondo cui avrebbe svolto una serie di consulenze per l’Azienda socio-sanitaria milanese. “Sono diventata fiduciaria della compagnia assicuratrice nel 2015”, spiega Maria Cristina. Poi nel 2018 il padre è stato eletto alla presidenza della Regione Lombardia e “nel 2019 gli incarichi si sono notevolmente ridotti e nel 2020 ho sospeso la mia collaborazione proprio perché dava fastidio il mio cognome”. Dunque, aggiunge l’avvocato, “non ho aumentato il mio lavoro negli ultimi due anni, documentalmente è attestato che invece è diminuito”. “Faccio l’avvocato dal 2007 – sottolinea Maria Cristina – sempre con la massima trasparenza. Un ente pubblico puo’ chiedere di essere supportato da legali esterni. Emette dei bandi a cui si può partecipare, i legali interni non possono patrocinare anche i procedimenti giudiziari. Sono iscritta in queste liste al pari di altri 133 colleghi”.

 

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Non solo: Maria Grazia Fontana all’ANSA ieri ha spiegato che aveva chiesto a Report di “non essere esposta” perché oggetto di minacce: “Faccio l’avvocato dal 2007 in totale trasparenza. Sono una persona retta e non posso tollerare che venga gettata dell’opacità sulla mia vita professionale e non. Soprattutto, non sono una persona che ha una vita pubblica. E avevo invitato Report a non espormi perché sono già stata oggetto di minacce per cui sono in corso dei procedimenti. Questa esposizione penso che mini non solo la mia serenità, ma anche la mia attività professionale e la mia sicurezza. L’ho fatto presente, ma Report ritiene che questo problema di sicurezza non abbia alcun tipo di rilevanza”

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