M5S Veneto, la richiesta di dimissioni per la macchina del fango

di Mario Neri

Pubblicato il 2018-02-04

Ieri 17 esponenti veneti dei 5 Stelle, tra cui la consigliera regionale Patrizia Bartelle, si sono dissociati dalla macchina del fango che il responsabile della comunicazione per le elezioni politiche 2018 in Regione Ferdinando Garavello ha chiesto via whatsapp ai candidati: “Per noi non è possibile affrontare la campagna elettorale con infamia e meschinità: la …

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Ieri 17 esponenti veneti dei 5 Stelle, tra cui la consigliera regionale Patrizia Bartelle, si sono dissociati dalla macchina del fango che il responsabile della comunicazione per le elezioni politiche 2018 in Regione Ferdinando Garavello ha chiesto via whatsapp ai candidati: “Per noi non è possibile affrontare la campagna elettorale con infamia e meschinità: la nostra metodologia di comunicazione non può mirare a screditare l’avversario politico attraverso la caccia a foto compromettenti e nefandezze, non possiamo intenzionalmente cercare di spargere ‘fango’ come la peggiore stampa scandalistica è solita fare al servizio di editori prezzolati o del peggiore offerente”.

ferdinando garavello m5s veneto

Mentre il MoVimento 5 Stelle Veneto tirava fuori una nota di “difesa” piuttosto imbarazzante, dove si accusava il Gazzettino – che ha pubblicato la foto del messaggio – di essere un braccio armato di un non meglio precisato sistema dimenticando che per il quotidiano lavorava lo stesso Garavello, dagli esponenti veneto arrivava un invito diretto: “è il momento di prendere posizione con la massima chiarezza sul confine tra ciò che è lecito e ciò che è inaccettabile nella lotta politica – concludono – Le infamie, le delazioni e il dossieraggio non trovano la minima accoglienza all’interno del nostro Movimento. Siamo certi che tutti i portavoce del veneto aderiranno immediatamente a questa nostra presa di posizione”.

m5s veneto

Nella richiesta la stessa Bertelle su Facebook ha chiesto le dimissioni del responsabile:

Siamo convinti che ci sia stato un grave fraintendimento ed è necessario fornire complete spiegazioni. Se qualcuno che opera in nome e per conto del MoVimento avesse commesso intenzionalmente o meno un atto così deprecabile crediamo che debba rassegnare le dimissioni senza indugio. Ci sentiamo obbligati con ogni mezzo e forma ad evidenziare la nostra dissociazione da questi metodi che non appartengono agli attivisti e ai portavoce che hanno aderito ad un chiarissimo codice etico: “Il Codice di comportamento del MoVimento 5 Stelle ha lo scopo di garantire una condotta, da parte di tutti gli iscritti e, in particolare, dei portavoce eletti, ispirata ai principi di lealtà, correttezza, onestà, buona fede, trasparenza, disciplina e onore, rispetto della Costituzione della Repubblica e delle leggi.
Gli iscritti ed i portavoce eletti ispirano la propria azione politica ed il loro comportamento al di fuori dell’attività associativa ai valori della democrazia partecipata, della libertà, dell’onestà, della solidarietà, della trasparenza e dell’uguaglianza avendo cura di contenere il dibattito politico nei limiti della normale dialettica politica, evitando toni e linguaggio che sottendano atteggiamenti di aggressività e prevaricazione”.

Dalle parti del M5S Veneto però per ora tutto tace. “Ci siamo già espressi con il silenzio, queste cose fanno parte di iniziative personali che non sosteniamo”, ha detto invece Luigi Di Maio.

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