FAQ
I tagli all’editoria del MoVimento 5 Stelle
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-12-16
Un emendamento alla Legge di Bilancio in discussione al Senato, primo firmatario il capogruppo del MoVimento 5 Stelle Stefano Patuanelli prevede che siano “progressivamente ridotti fino alla loro abolizione” i contributi all’editoria
Tagli all’editoria con effetto dal 2019. Un emendamento alla Legge di Bilancio in discussione al Senato, primo firmatario il capogruppo del MoVimento 5 Stelle Stefano Patuanelli prevede che siano “progressivamente ridotti fino alla loro abolizione” i contributi all’editoria. Prevede poi che a valere sul fondo per il pluralismo vi siano delle forme di finanziamento per progetti di promozione della “cultura della libera informazione plurale”.
I tagli all’editoria del MoVimento 5 Stelle
Nel testo dell’emendamento Patuanelli si sottolinea che i tagli ai contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici, di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n.70, sono previsti nel quadro di una “revisione organica della normativa di settore, che tenga conto anche delle nuove modalità di fruizione dell’informazione da parte dei cittadini”. I tagli, in base all’emendamento, sono progressivi: per l’annualità 2019 l’importo complessivamente erogabile a ciascuna impresa editoriale sarà ridotto del 20% della differenza tra l’importo spettante e 500 mila euro; per l’annualità 2020 sarà ridotto del 50%, per l’annualità 2021 del 75% e infine a decorrere dal 1 gennaio 2022 abrogati del tutto“. Nell’emendamento si legge inoltre che saranno individuate anche le modalità per il sostegno e la valorizzazione di progetti volti a sostenere il settore della distribuzione editoriale anche avviando processi di innovazione digitale.
Immediati i commenti dalla Federazione Nazionale della Stampa e dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti secondo cui l’emendamento va nella direzione auspicata dal ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, e dal sottosegretario con delega all’Editoria, Vito Crimi: “Soffocare il pluralismo dell’informazione e colpire il diritto dei cittadini ad essere informati. Non potendo adottare provvedimenti punitivi contro i grandi giornali, il Movimento 5 Stelle – è scritto nella nota congiunta – avvia un regolamento dei conti con la categoria dei giornalisti, di cui mal sopporta libertà e autonomia, accanendosi contro i più piccoli, realtà che rappresentano il giornalismo di opinione o sono la voce di piccole comunità territoriali o di minoranze linguistiche. L’unico effetto di questa misura sarà – dicono – quello di svuotare le edicole di giornali e di allargare l’esercito dei giornalisti precari”. L’Alleanza delle Cooperative, File, Fisc e Uspi si appellano al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiedendo che venga ritirato l’emendamento e avviato con urgenza un tavolo di confronto con tutte le categorie impegnate nella filiera editoriale dell’informazione. Si auspica “un ripensamento urgente del Governo rispetto ai tagli indiscriminati che avranno ripercussioni pesantissime su diversi giornali cooperativi e delle altre realtà no profit, e su tutto l’indotto. Crediamo che il Governo e lo Stato debbano invece essere parte attiva e vigile per la promozione e la tutela del fondamentale diritto ad un informazione plurale, in coerenza con l’art.21 della Costituzione, e non mortificare il pluralismo con tagli così pesanti e repentini”.