Opinioni
Gli attivisti 5 Stelle di Siena chiedono la testa del responsabile della candidatura di Caiata
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2018-02-24
Indovinate chi saranno i prossimi cacciati dal MoVimento 5 Stelle? Vi regalo un indizio. Oggi il sito di Siena a 5 Stelle ha pubblicato un comunicato stampa significativamente intitolato “Avevamo ragione noi” (e un vecchio detto recita che è pericoloso avere ragione quando il governo ha torto) e con una bella foto di Beppe Grillo […]
Indovinate chi saranno i prossimi cacciati dal MoVimento 5 Stelle? Vi regalo un indizio. Oggi il sito di Siena a 5 Stelle ha pubblicato un comunicato stampa significativamente intitolato “Avevamo ragione noi” (e un vecchio detto recita che è pericoloso avere ragione quando il governo ha torto) e con una bella foto di Beppe Grillo in copertina nel quale si dissociano dalla candidatura di Salvatore Caiata – che, notoriamente, è stata decisa da Luigi Di Maio, capo politico pro tempore del M5S – e in cui confermano di aver inviato ai vertici locali, regionali e nazionali una serie di segnalazioni che riguardavano l’imprenditore potentino ma residente per anni a Siena attualmente indagato. Ma c’è di più. Quelli del M5S Siena, già che ci sono, chiedono la testa del responsabile della candidatura, “non importa dove, se in Toscana, in Basilicata o forse addirittura a Roma“.
Non siamo per nulla sorpresi da quello che oggi leggiamo su tutti i giornali: semmai è la tempistica a lasciarci perplessi. Evidentemente i sondaggi – quelli veri – prevedono un successo clamoroso per il Movimento 5 Stelle e questo costringe il “sistema” a sparare adesso tutte le sue cartucce.
Avevamo ragione su tante cose, non solo su questo. I massoni, gli indagati, i candidati scorretti e i “cacciatori di poltrone” che riempiono le liste dei partiti, non possono, non devono far parte delle nostre. Quindi qualcuno ha sbagliato, e qualcuno deve spiegare, assumendosi la responsabilità dei propri errori.
Per l’onorabilità del Movimento 5 Stelle, per rispetto dei suoi valori e dei suoi principi fondanti così cari agli attivisti della prima ora, e per tutelare il nostro progetto politico in un momento così delicato, è necessario che chi ha sbagliato faccia un passo indietro. Adesso, non dopo, perché “onestà” e “trasparenza” sono i primi fra quei valori.
Chiediamo e ci aspettiamo la rinuncia al ruolo di chi ha deciso e, come in altri casi, ha sbagliato: non importa chi e quanto in alto, non importa dove, se in Toscana, in Basilicata o forse addirittura a Roma. Chi ha sbagliato rinunci alla “carica”, perché il MoVimento non ha bisogno di “apprendisti stregoni”, arroganti quanto poveri di talento, ma al contrario di umili portavoce capaci di ascoltare la base, obbligati a farlo dal principio della democrazia dal basso, e di mettere a frutto l’intelligenza collettiva di un’intera, grande comunità, valorizzando la capillare conoscenza dei fatti e delle persone da parte dei territori.
Il post è segnalato anche nella pagina Facebook del M5S Siena. Oggi avevamo segnalato come una robusta dose di malcontento riguardo la candidatura di Caiata fosse comparsa anche nei commenti allo status di Di Maio che ne annunciava l’espulsione:
Ma il problema è che questa rumorosa dissociazione alla vigilia delle elezioni politiche non verrà presa bene né dalla base del M5S (e fin qui, poco importa visto che le parlamentarie hanno dimostrato che la base non conta nulla), né soprattutto dal vertice. Ora, i vertici sono i responsabili della candidatura di Caiata. Mentre gli attivisti hanno coraggiosamente denunciato l’accaduto. Chi saranno i prossimi cacciati dal M5S? Facile intuirlo, vero?
EDIT: Il deputato Alfonso Bonafede risponde in una nota al M5S Siena: “Avevamo tenuto in debita considerazione la segnalazione del nostro gruppo di Siena in merito alle vicende che riguardano Salvatore Caiata. Purtroppo la genericità dell’alert, fondato solo su vaghissimi chiacchiericci che circolavano in città, non ci ha permesso di seguire una pista circostanziata. Il M5S ha comunque operato con scrupolo tutte le verifiche che i mezzi a nostra disposizione ci consentivano, compreso il controllo del certificato dei carichi pendenti”.
Leggi sull’argomento: Il caso Caiata e la tragedia del M5S su candidature e bonifici hanno un solo colpevole