M5S e Roma2024, le ragioni del no alle Olimpiadi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-08-30

Per il Campidoglio si tratta di un piano disseminato di opere inutili e investimenti sottostimati, oltre agli oneri di urbanizzazione non calcolati e all’assenza di fondi per la sicurezza

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Un articolo del Fatto Quotidiano a firma di Luca De Carolis e Andrea Managò spiega oggi le ragioni di Virginia Raggi e del MoVimento 5 Stelle Roma per dire no alle Olimpiadi a Roma nel 2024: per il Campidoglio si tratta di un piano disseminato di opere inutili e investimenti sottostimati, oltre agli oneri di urbanizzazione non calcolati e all’assenza di fondi per la sicurezza. Queste sono le ragioni dei 5 Stelle:

Un muro da oggi inscalfibile. A meno che il comitato organizzatore e il Coni non si presentino da qui a qualche giorno con un piano totalmente diverso. Ipotesi del terzo tipo, visti i tempi strettissimi. Il 7 ottobre va infatti inviata al Comitato olimpico internazionale la seconda parte del dossier su Roma2024. “Non è un termine vincolante, il dossier finale andrà consegnato in febbraio con le garanzie economiche di governo e Comune sulle opere da realizzare”precisano da ambienti del Coni. Ma il calendario gioca contro. E comunque, anche stravolgere il piano non garantirebbe il sì della giunta. Perché la Capitale, secondo i 5Stelle, non si può proprio permettere le Olimpiadi.
Angelo Diario, consigliere comunale e presidente della commissione Sport, premette: “Il mio non è un no, la decisione finale verrà comunicata dalla sindaca”. Però poi precisa: “Il piano tace sulle spese per gli oneri di urbanizzazione. Nulla sulle infrastrutture da realizzare, per cui anche noi non abbiamo stime, visto che su questo progetto non abbiamo voluta mente lavorato.E non c’è alcuna indicazione neppure sulle spese per la sicurezza. Speriamo da qui a qualche anno la situazione internazionale migliori. Però se si facessero oggi, quanto costerebbe vigilare sui Giochi a Roma?”.

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Il rapporto costi/benefici secondo la valutazione del CEIS di Tor Vergata, fonte Il Messaggero

Ma “i dubbi”, come li definisce Diario, non finiscono qui:

“Il piano indica come esistenti strutture che in realtà vanno costruite. Penso all’impianto per la mountain bike a Villa Ada, dove dovrebbero quanto meno essere realizzate delle tribune. O allo stadio delle Terme di Caracalla, dove si svolgerebbero gare per il tiro dell’arco. Peccato però che le tribune dell’impianto sia tuttora inagibili”. Ma ci sono altre bizzarrie. Perché nell’elenco degli impianti compare anche lo stadio della Roma, ancora da approvare, e sul cui progetto il Campidoglio nutre forti perplessità. Eppure il comitato organizzatore dà per sicuro l’inizio dei lavori per il 2017, con conclusione nel 2020. “Se ci avessero mandato un nuovo piano l’avremmo letto volentieri”, assicura Diario. Ma il progetto è rimasto quello. Come le sue grandi criticità, sempre per il M5s. A partire dall’area per gli atleti di Tor Vergata, nei pressi dell’omonima università.

Leggi sull’argomento: L’affarone delle Olimpiadi a Roma

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