“Non lo prenderanno mai”, le chat criptate che hanno portato all’arresto di Luca Lucci

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-18

La svolta nelle indagini grazie al sequestro dei server del sistema Encrochat da parte della magistratura francese e olandese

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Chat criptate per movimentare carichi di decine di chili, era questa la certezza che nessuno avrebbe mai scoperto i traffici di Luca Lucci, leader della Curva Sud milanista conosciuto ai più per quella foto scattata con l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, e arrestato lo scorso venerdì nell’ambito di un’inchiesta sul traffico di droga.

“Non lo prenderanno mai”, le chat criptate che hanno portato all’arresto di Luca Lucci

“Lui non lo prenderanno mai”. “Lui è con le gambe incrociate su una scrivania e il “nostro” telefono… questi non lo beccheranno mai perché lui non ha mai niente in mano, zero, lui fa tutto con il telefono”. Sono queste alcune delle chat criptate con il software Encrochat che si scambiavano gli uomini di Lucci, tranquilli proprio per la sicurezza del sistema che stavano utilizzando, che fino a quel momento non era stato mai violato. E quel “Lui” a cui si riferiscono è il leader della Curva Sud. Il gruppo movimentava partite di hashish ogni mese provenienti dal Marocco, via Spagna, e tentava di allargarsi al mercato della cocaina, con un carico di dieci chili che sarebbe dovuto arrivare dal Brasile, come riporta il Corriere della Sera.

Oltre a Lucci, nell’ambito della stessa operazione, sono finite in carcere altre due persone, mentre quattro sono ai domiciliari e una è sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tra loro altri due esponenti del mondo ultras, anche se la tifoseria rossonera non sembra essere coinvolta.

L’inchiesta era nata dalle indagini per il tentato omicidio di Enzo Anghinelli, broker della droga ferito in una sparatoria a Milano nel 2019, collegato ad alcuni membri della Curva Sud. Da qui il sequestro di 4,5 kg di hashish, che a sua volta ha portato gli investigatori a Lucci. La svolta però è arrivata nel 2020 quando la magistratura francese e quella olandese ha sequestrato i server del sistema Encrochat, permettendo così di accedere ai messaggi criptati scambiati dalle persone coinvolte. Un sistema che ritenevano così sicuro da parlare apertamente dei propri traffici. “Belvaitalia” il nickname usato da Lucci. “Mi serve tutto, erba e fumo. Se porti, organizziamo”, è uno dei messaggi inviati da Lucci. Un flusso continuo, a testimoniare il grande giro di affari del gruppo. “Importavano e cedevano quantitativi ingenti, erano a un livello medio alto”, hanno spiegato gli inquirenti.

Le cose però si complicano quando dal fumo provano a passare alla cocaina. Dieci chili sarebbero dovuti arrivare dal Brasile ma qualcosa è andato storto. La rottura di un borsone contenente la droga si rompe e la sostanza finisce nel motore bloccando la nave che viene poi sequestrata dalla Marina brasiliana. “Qui bisogna andare a Lourdes, non a Roma”, scrivono in chat. Ma Lucci, nonostante la grande perdita di soldi non si scoraggia, “Comunque, fare il broker è la cosa migliore”. Chissà come la pensa ora.

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