Politica
L'offerta del M5S al PD sulla legge elettorale
di Mario Neri
Pubblicato il 2017-04-01
Un premio di governabilità per far ottenere alla lista la maggioranza alla Camera o al Senato: questo l’obiettivo dei grillini. Ma ci vuole un accordo in Parlamento
Una riforma della legge elettorale che introduca un premio di governabilità. E che consenta così a chi vince le elezioni di governare da solo. Un premio, che nel rispetto delle indicazioni della Consulta e in relazione ai voti ottenuti, risulterebbe più equilibrato e più semplice da ottenere. Ma soprattutto che andrebbe alla lista e non alla coalizione. Questa è l’offerta del MoVimento 5 Stelle al Partito Democratico secondo quanto racconta oggi Ilario Lombardo sulla Stampa:
I 5 Stelle insistono a dire che non c’è alcuna trattativa con il Pd e che la loro proposta esiste già: la legge uscita dalla Corte, da estendere in Senato. Ma dietro le dichiarazioni ufficiali, si sta pensando a come poter offrire all’Italia una formula che garantisca la governabilità e che possa risolvere due problemi al M5S. I grillini vogliono evitare che i partiti si accordino su un premio di coalizione che bruci le loro speranze di vittoria.
E, con un ritocco che dia la maggioranza necessaria per la fiducia alle Camere, si leverebbero dall’imbarazzo di scegliere se coalizzarsi con la Lega, uno scenario che con la legge attuale, un proporzionale puro, rimarrebbe il più realistico. Nel M5S sanno che tutto è rimandato alla fine del congresso del Pd, quando Renzi tornerà a essere avversario e interlocutore. Qualcosa però si sta già muovendo: entrambi gli sfidanti di Renzi, Michele Emiliano e Andrea Orlando, chiedono di avere subito una riforma elettorale che vada oltre le insistenti voci di «un nuovo inciucio» con Silvio Berlusconi.
Inutile segnalare che questa modifica sarebbe un eccellente viatico per portare il MoVimento 5 Stelle al governo mentre ad oggi questo è piuttosto difficile per l’incrociarsi di due leggi elettorali asimmetriche tra Camera e Senato.
I 5 Stelle seguono con interesse, pronti a offrire la loro disponibilità. A breve ci dovrebbe essere un incontro tra i grillini delle commissioni Affari costituzionali e Beppe Grillo. Verrà decisa la linea e potrebbe essere dato mandato a Danilo Toninelli per la Camera e a Vito Crimi per il Senato, di aprire un tavolo parlamentare con il Pd. «Se ci stanno davvero – spiega un deputato del M5S – siamo pronti a offrire i correttivi adeguati per avere una maggioranza ed eliminare i partitini. Così sarà sfida vera e vediamo chi vince».
L’occasione per testare l’asse 5 Stelle-Pd saranno i lavori in commissione, dove va cercata una legge per rendere omogenei i sistemi elettivi di Camera e Senato, come auspicato dalla Consulta e dal Quirinale. Lì dentro si potrebbero trovare diversi punti di convergenza. Sull’eliminazione dei capilista per esempio. O sulle soglie di accesso. Potrebbero essere ritoccate al rialzo sia a Montecitorio, dove è al 3%, che a Palazzo Madama dove è all’8%. Sarebbero d’accordo sia Renzi che Grillo, perché leverebbero di torno i piccoli partiti e aprirebbero alle logiche del voto utile che premia i grandi.
Oppure si potrebbe pensare a un premio di pochi seggi alla prima lista. Chi supera il 30%, per fare un esempio, potrebbe ottenere la maggioranza appena necessaria per formare un governo. Così, i 5 Stelle scongiurerebbero il Mattarellum, la legge di cui hanno più timore, perché sui collegi uninominali si sentono sfavoriti.