Linda Meleo ed Enrico Stefano: il blitz dei grillini all'ATAC (non servirà a molto)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-08-08

L’assessora ai trasporti e il presidente della commissione capitolina visitano la rimessa ATAC di Tor Sapienza e trovano mezzi guasti e autisti senza autobus. Ma nei giorni scorsi l’azienda aveva spiegato che c’erano anomalie proprio nel sistema dei guasti. E ipotizzato uno sciopero bianco

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A Roma non è solo emergenza rifiuti. Continua l’SOS bus nella Capitale dove ogni giorno si registrano mezzi fuori uso per guasti. E proprio ieri sera l’assessore ai Trasporti di Roma Linda Meleo e il presidente della commissione capitolina Trasporti Enrico Stefano (M5s) hanno fatto un blitz nella rimessa Atac di Tor Sapienza. “Siamo stati alla rimessa Atac ‬di Tor Sapienza – racconta Stefano in un video su Facebook – È inaccettabile che non si riesca a garantire il servizio neanche la domenica con una programmazione estiva già ridotta all’osso. Le cause sono molteplici, ma andremo a fondo e i responsabili di questo disastro dovranno assumersi le loro responsabilità”.

Linda Meleo ed Enrico Stefano: il blitz dei grillini all’ATAC

“Abbiamo trovato una situazione drammatica – aggiunge -, molti autisti erano fermi perché non avevano autobus da portare. Nei prossimi giorni faremo domande ai vertici, chiameremo i dirigenti di superficie. In questa rimessa, ad esempio, su 100 vetture che dovevano uscire 30-35 erano rientrate per guasto. Mentre sulla carta questa rimessa sulla carta ha più di 300 vetture”. “Abbiamo trovato personale ridotto, uffici chiusi perché domenica e persone che stavano arrangiando delle riparazioni. I bus in manutenzione erano tanti – commenta l’assessore Meleo – La maggior parte dei guasti riguarda l’aria condizionata. Bisogna capire perché non si riesce a ripararli e rimetterli in circolazione”.

Nei giorni scorsi ci eravamo occupati del disastro dell’ATAC a Roma: le oltre 50 linee le cui vetture hanno subito dei guasti lasciando appiedati migliaia di romani e turisti in tante zone della città. Una sfilza di corse soppresse e 180mila guasti che ogni anno le officine interne si trovano a dover riparare. E al ricovero finiscono anche le navette più recenti, acquistate tra 2013 e 2014, perché hanno il telaio già danneggiato a causa delle buche nelle strade della città. Una situazione che è aggravata dal fatto che a rompersi sono i mezzi con l’aria condizionata, quelli che non hanno i finestrini e la temperatura interna, senza refrigerio elettronico, arriva a 50 gradi: a forza di prendere colpi le tubature dei condizionatori si sfaldano.

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ATAC ai raggi X (Il Messaggero, 5 agosto 2016)

Non solo: i mezzi sono troppo vecchi – 10 anni è la media – e hanno percorso più di 700mila chilometri: il risultato è che su 1920 bus in teoria disponibili oltre 700 rimangono parcheggiati nelle rimesse e 800 ne circolano. E poi ci sono i guasti: nel corso del 2015, tra bus, tram e filobus Atac ha ammesso di avere perso «7 milioni e 587mila vetture/km» rispetto a quantoavevaprogrammato. E la metro è messa ancora peggio: molti treni hanno le ruote deteriorate. E se non verrà avviata una manutenzione nel giro di qualche settimana, entro dicembre sulla prima linea verrà cancellato il 40% delle corse. «Taglieremo 2 treni al mese da settembre», hanno scritto in una relazione riservata spedita in Campidoglio i vertici di questa municipalizzata.

Le accuse di boicottaggio dei sindacalisti

Nei giorni scorsi erano circolate anche accuse, implicite, di boicottaggio ai sindacalisti: il Messaggero riportava le ipotesi che circolano nel quartier generale di ATAC: «È una semplice coincidenza che il collasso della manutenzione sia coinciso con una serie di manovre,operate dai vertici della municipalizzata, che hanno ridimensionato,e non di poco, il potere dei sindacati? Insomma l’aumento anomalo dei guasti è un dato di fatto. La «regia» dei sindacati al momento è solo un’ipotesi e le indagini sono ancora in corso proprio per accertare se nei depositi di bus e metro sia partito un«ordine»,diretto ai conducenti, di mettere il rallentatore alle corse. Per poi addossarne la colpa ai dirigenti». La ragione sarebbe dovuto alla trasformazione dell’azienda operata da Marco Rettighieri, che ha dato un taglio ai distacchi concessi ai sindacalisti e revocato le licenze agli attivisti, tagliando anche 10mila ore di permessi e chiedendo alle sigle di risarcire l’azienda per le assenze ingiustificate: un assegno da 400mila euro che i sindacati hanno dovuto staccare, 200mila soltanto da Cgil e Cisl. L’UGL non ha trovato un accordo per il risarcimento e il suo segretario generale, Fabio Milloch, è stato licenziato. Poi c’è la storia dell’appalto per le mense aziendali:

Sempre Rettighieri, insieme all’amministratore unico di Atac, Armando Brandolese, a fine maggio ha consegnato in Procura un altro dossier. Stavolta nel mirino è finito il Dopolavoro, una società partecipata al 100% da Cgil, Cisl e Uil e che per 40 anni ha gestito le mense aziendali più una serie di strutture ricreative. Una commessa da oltre 4 milioni di euro l’anno, pagati a piè di lista da Atac. Particolare: non c’è mai stato un contratto. Tutto risale a un vecchio accordo sindacale del 1974. Mai una gara,mai un controllo sul numero effettivo di pasti erogati ai dipendenti (i quali, peraltro, dovevano pagare una quota aggiuntiva ogni volta che si mettevano a tavola). Morale della favola: l’affidamento è stato sospeso ed è stata indetta una procedura aperta per mettere il servizio sul mercato. Al miglior offerente. Subito dopo averlo saputo, i sindacati hanno spedito una lettera al diggì per sospendere «tutte le relazioni industriali».

E intanto si prepara un nuovo sciopero. Mentre le linee vengono soppresse in misura sempre maggiore: “Linea Bus 508 momentaneamente non attiva per indisponibilità vetture#Roma”, ha scritto su Twitter ieri l’ATAC per annunciare i nuovi disagi. Uno dei tanti perché oltre al 508, non risultavano ieri attive le linee 113, 115, 228, 020, 228 ecc. Tempi d’attesa alla famigerata palina che possono andare da 40 a 60 minuti. Alcune delle linee infatti, sono tornate disponibili solo nel pomeriggio “con forti ritardi” e segnalate con tempi di riattivazione che vanno da una o due ore o, nei casi più fortunati, anche venti minuti dopo la stop. L’assessora e il presidente della commissione trasporti hanno visto le vetture guaste, ma non hanno letto le relazioni interne dell’azienda né trovato certo una soluzione al problema dei guasti, veri o finti che fossero. Così i blitz non servono a niente. Secondo quanto si apprende, Marco Rettighieri sarebbe pronto a dire addio nel caso quest’emergenza non fosse subito risolta. “Stiamo lavorando su questo”, dice l’assessore ai Trasporti di Roma Linda Meleo interpellata in merito. “I finanziamenti saranno destinati anche a rimettere in manutenzione la parte della metro A per cercare di garantire le corse come erano state programmate. Ci sono i tempi per poter intervenire – assicura l’assessore – e con l’assessore al Bilancio stiamo facendo le opportune valutazioni con tutti gli attori interessati in questo percorso. E’ evidente che abbiamo avuto un’eredità molto pesante perché la situazione dell’azienda non si può nascondere”. “L’investimento complessivo su 3 anni è di 58 milioni di euro – spiega Meleo – Per gli interventi più di breve-medio termine servono circa 18 milioni. Stiamo lavorando per cercare queste risorse. Le strade sono tante”.

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