L'inciucio occulto tra Salvini e i 5 Stelle

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-06-09

Una corrispondenza d’amorosi sensi che fa un po’ senso: il leader del Carroccio conferma l’appoggio ai candidati grillini. A Milano loro potrebbero votare Parisi. Gli elettorati si sovrappongono. Il Capitano è la Sesta Stella di Beppe?

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Se ne è accorto persino Vauro, che sul Fatto Quotidiano pubblica una vignetta che ritrae Matteo Salvini come la sesta stella del MoVimento. L’inciucio occulto tra il grande sconfitto Matteo Salvini e i grillini vincitori parziali delle elezioni amministrative è ormai realtà. Ufficializzata dal Carroccio: il leader della Lega Matteo Salvini ha dichiarato nei giorni scorsi che al ballottaggio a Roma e Torino voterebbe i candidati Cinque Stelle anziché quelli del centrosinistra. E sotterranea anche nei 5 Stelle: a Milano Gianluca Corrado, candidato M5S giunto terzo, ha sostenuto che una parte della base Cinque Stelle potrebbe votare il candidato del centrodestra Stefano Parisi. Tra i militanti e sul web ci si interroga su un possibile fronte anti-renziano in vista del secondo turno: un asse tra Lega e Movimento per mettere in difficoltà il governo: oltre a Roma e Milano ci sono in ballo anche Torino, Bologna e Savona.
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L’inciucio occulto tra Salvini e i 5 Stelle

Ovvero, ce n’è abbastanza per parlare di inciucio occulto tra Matteo Salvini e il MoVimento 5 Stelle. Con un’unica voce di opposizione: “Io a Roma mi asterrei”, dice Umberto Bossi interpellato dalla Dire, non condividendo l’opinione di chi vede nei Cinque Stelle i tratti della Lega Nord delle origini. “La Lega si batteva per la libertà del nord oppresso. Per lo stato federale contro il centralismo. Loro si battono per valori anche giusti, come l’onestà. Ma per noi viene prima la libertà. Perché senza la libertà non puoi garantire neppure l’onestà”, spiega Bossi. Dall’altra parte, ci fa sapere oggi Emanuele Buzzi, qualcosa si muove:

I Cinque Stelle respingono ogni ipotesi di alleanza (o anche trattativa), ma l’idea di una spallata a Renzi li solletica. «Noi tiriamo dritto», ripetono riprendendo le parole di Luigi Di Maio. Ma la tentazione è forte. Specialmente a Milano. Che una parte della base possa votare Stefano Parisi, come ha ipotizzato l’ex candidato a 5 stelle Gianluca Corrado è cosa credibile. «Nella cabina elettorale ognuno fa le sue valutazioni ma è chiaro che il progetto di Sala non convince», ha sottolineato l’esponente del direttorio Carlo Sibilia.
I contatti tra M5S e Lega nel capo luogo lombardo, peraltro, ci sono stati. C’è anche una suggestione all’orizzonte: l’ipotesi che a guidare gli organi di garanzia in una eventuale amministrazione di centrodestra siano i Cinque Stelle. Diverso il discorso nelle altre città. Sotto la Mole Chiara Appendino respinge le avance elettorali di Borghezio: «Personalmente non l’ho sentito, io vado avanti con il programma e non ci sono accordi sulla base di uno scambio di poltrone».
In effetti, Borghezio non si tira indietro: «Noi siamo ad alzo zero contro un sistema sclerotizzato da decenni. È se c’è la possibilità di abbatterlo, vale la pena di votare Appendino nonostante le differenze. Sono pronto a fare il passaparola». Anche se il segretario regionale, Riccardo Molinari, frena: «Credo che la maggioranza dei nostri non andrà a votare».

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I bacini elettorali del ballottaggio (Corriere della Sera, 9 giugno 2016)

La tacita alleanza tra destra e grillini

Anche nei 5 Stelle c’è chi tiene duro. “Salvini ha detto che ci voterà? È libero di fare e di dire ciò che vuole, ma non ci interessa. Dietro queste sue dichiarazioni non c`è un`intesa. Anzi, non c`è stata, né ci sarà, nemmeno una telefonata. Con Salvini, così come con Forza Italia, non stringeremo mai un`alleanza. È un discorso che vale sia per i ballottaggi sia per il referendum”: Roberto Fico prende le distanze dal numero uno del Carroccio. “Siamo di due pianeti completamente diversi e personalmente non condivido il modo in cui affronta ogni tematica, a partire da quella sull`immigrazione – spiega il presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai e membro del direttorio del M5S in un’intervista ad Avvenire -. E poi, in generale, questa storia delle indicazioni di voto deve finire: è irrispettosa nei confronti dei cittadini, che hanno una testa pensante e non hanno bisogno di questi suggerimenti dei leader politici”. Repubblica intanto pubblica un’analisi di Ilvo Diamanti che riepiloga i punti di contatto tra gli elettorati:
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Infatti, se guardiamo le indagini condotte da Demos (ma non solo) negli scorsi mesi, le affinità elettive fra gli elettori di questi partiti, peraltro molto diversi, appaiono evidenti. Palesi. In particolare, quasi 3 elettori della Lega su 10 si dicono (molto o abbastanza) vicini al M5S. Un legame, dunque, più stretto che con ogni altro partito. In particolare, rispetto al Pd (16%). Si tratta, peraltro, di una relazione reciproca, visto che fra gli elettori del M5S vie ne espressa una preferenza particolarmente intensa per la Lega, oltre che per i FdI. Vale la pena di osservare che questa attrazione Lega-stellata era già emersa in passato. In occasione delle elezioni politiche del 2013. Allora, nei comuni a forte radicamento leghista, si erano verificati rilevanti flussi elettorali a favore del M5S. “Restituiti”, in gran parte, l’anno seguente, in occasione delle elezioni europee.
Cosa spinge gli elettori dei due partiti gli uni verso gli altri, appassionatamente? Anzitutto, la comune insofferenza verso le istituzioni dello Stato e verso i partiti. In quanto tali. Si tratta, cioè, di attori politici dell’antipolitica. Poi, i comuni bersagli polemici. Per prima, l’immigrazione. Quindi, l’Unione Europea. In altri termini, le due facce della globalizzazione. La perdita di sovranità politica ed economica a favore di entità sovranazionali, perlopiù controllate da burocrati. E condizionate dagli interessi dei mercati e dell’economia globale. In secondo luogo, le migrazioni che provengono dal Sud del mondo. E aumentano il nostro senso di vulnerabilità. E di spaesamento. Lega e M5S, per quanto abbiano una sociologia e una geografia diverse, condividono questi sentimenti. E ciò spiega le tendenze al reciproco soccorso, in occasione dei prossimi ballottaggi.

Una corrispondenza d’amorosi sensi che in effetti fa davvero senso.

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